Un medico pronto a servire i cittadini vibonese, ma fermato da una burocrazia che sembra ignorare la realtà dei fatti. È la vicenda assurda che vede protagonista un internista in formazione, vincitore di un concorso bandito dall’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia, eppure mai assunto nonostante la proposta ufficiale e la disponibilità immediata. Il caso – denunciato dalla dottoressa Alessia Piperno, delegato provinciale del Sindacato medici italiani (Smi) – mette in luce un “paradosso amministrativo che penalizza sia i professionisti italiani che il diritto alla salute dei cittadini. Non si tratta di mancanza di fondi o di errori procedurali, ma di un blocco burocratico che lascia i reparti vuoti e i pazienti in attesa”.
Secondo quanto riportato dallo Smi, ‘l’Asp di Vibo Valentia sostiene che la ‘pianta organica è completa’”. Eppure, i “corridoi degli ospedali di Serra San Bruno e Tropea continuano a svuotarsi: i turni saltano, i reparti rimangono scoperti e i cittadini attendono per visite e cure essenziali”.
Secondo quanto riportato dallo Smi, ‘l’Asp di Vibo Valentia sostiene che la ‘pianta organica è completa’”. Eppure, i “corridoi degli ospedali di Serra San Bruno e Tropea continuano a svuotarsi: i turni saltano, i reparti rimangono scoperti e i cittadini attendono per visite e cure essenziali”.
La vicenda
Piperno sottolinea: “Il medico interessato, specializzato in Medicina d’Urgenza, Ecografia clinica e Medicina interna, riceve la proposta di assunzione a tempo pieno il 19 marzo 2024, accetta il 22 marzo e vede la conferma dell’Asp il 24 aprile. Da allora, silenzio assoluto. Nonostante numerosi solleciti da parte dello Smi, ogni cambio di commissario ha portato a nuove promesse e tavoli di riesame, senza che la firma sul contratto arrivasse mai. Intanto, una collega dello stesso concorso e della stessa disciplina è stata regolarmente assunta dall’ASP di Catanzaro, evidenziando l’anomalia della vicenda”.
Negli ultimi mesi, “sei medici internisti hanno lasciato o sono andati in pensione negli ospedali di Serra San Bruno e Tropea, aggravando ulteriormente la situazione. I servizi di dialisi arrancano, con medici costretti a coprire turni supplementari, mentre chi è pronto a lavorare resta escluso”. Secondo le stime dello Smi, “la mancata assunzione ha privato i cittadini di oltre 150 turni di assistenza in un anno, tra visite, guardie e cure mai erogate”.
Milioni spesi
L’Asp, a giudizio della dottoressa Piperno, “sostiene che l’organico sia ‘completo’, ma tale completezza sarebbe garantita principalmente da personale straniero o a contratto provvisorio”. Come fatto sapere dalla rappresentante dello Smi, “medici cubani o gettonisti percepiscono circa 1.200 euro al mese, mentre la Regione Calabria versa oltre 4.000 euro a una holding intermediaria. Così, milioni di euro pubblici vengono spesi per personale temporaneo, mentre un medico italiano formato sul territorio viene escluso”. Il Sindacato medici italiani sottolinea come questa situazione rappresenti “non solo inefficienza”, ma “vera ingiustizia”: “Ogni medico non assunto per inerzia amministrativa è un turno saltato, un paziente non visto, una vita a cui si volta le spalle”, afferma la dottoressa Piperno.
Lo Smi invita dunque le autorità dell’Asp a una “collaborazione più efficiente e trasparente”, ribadendo l’importanza di “valorizzare i medici locali come investimento strategico per il futuro della sanità vibonese”. La vicenda mette in evidenza un “paradosso evidente: mentre si spendono milioni per medici temporanei e stranieri, chi ha scelto di formarsi e restare in Calabria viene lasciato a casa. In un territorio già provato da carenze croniche di personale e reparti chiusi, la burocrazia diventa così il vero ostacolo al diritto fondamentale alla salute, facendo pagare il prezzo più alto ai cittadini”.


