C’è una linea sottile, ma importante, che separa l’indignazione per le grandi cause dall’esasperazione per le piccole. Al Liceo Scientifico “G. Berto” di Vibo Valentia, una delle scuole più popolose della città, quella linea è stata superata da un’ombra che corre veloce lungo i corridoi: quella dei topi. Da giovedì, parte degli studenti ha deciso di non entrare in classe. Non per un appello globale sul clima, né per una manifestazione contro la violenza o per i diritti civili – battaglie che pure hanno visto spesso i ragazzi in prima fila – ma per una protesta tutta locale, concreta, quotidiana: la paura di ritrovarsi tra i banchi insieme ai roditori.
La segnalazione della dirigente
La segnalazione della dirigente
Secondo quanto si è appreso, la dirigente scolastica si è subito attivata, segnalando la presenza dei topi alla Provincia – competente per gli interventi di manutenzione – e chiedendo un’immediata derattizzazione. Le procedure, assicurano dagli uffici, sarebbero già state avviate, ma nel frattempo tra gli studenti serpeggia l’inquietudine. E l’aula, più che un luogo di apprendimento, sembra diventata un territorio di sospetto.
I dubbi degli studenti
“Non vogliamo rischiare, finché non ci dicono chiaramente che la scuola è sicura non torneremo in classe”, è la voce che si ripete sui messaggi che circolano tra rappresentanti di classe e studenti. La protesta, iniziata come un gesto simbolico, potrebbe dunque protrarsi ancora. Una scuola che, ancora una volta, fa i conti con la lentezza delle risposte istituzionali e con la crescente sfiducia di chi dovrebbe viverla ogni giorno. La scena è quasi surreale: studenti che si organizzano per non entrare, docenti costretti a fare lezioni ai muri, genitori che chiedono certezze. Tutto per un problema che altrove si risolverebbe con una telefonata e un intervento in poche ore.
La sicurezza nella scuola
E invece qui, a Vibo, si rischia che un’emergenza igienica diventi un caso di coscienza. Un segnale, forse, che dietro i topi ci sono anche altre presenze da scacciare: l’abbandono, l’indifferenza, la mancanza di cura per un luogo che dovrebbe essere il più protetto di tutti. Perché se una scuola non è più percepita come sicura, il vero allarme non è quello dei roditori, ma quello di un sistema che continua a rosicchiare – un po’ alla volta – la fiducia dei più giovani.


