Il quadro che emerge dall’ultimo rapporto sulla qualità della vita in Italia conferma un Paese sempre più spaccato: il Nord continua a reggere l’urto delle difficoltà economiche e sociali, mentre il Mezzogiorno arretra ulteriormente. È il risultato della tradizionale indagine annuale condotta da Italia Oggi e Ital Communications in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma.
Male Reggio e Crotone
Male Reggio e Crotone
Lo studio prende in esame tutte le 107 province italiane attraverso 97 parametri diversi, spaziando dall’andamento economico alla sicurezza, dai servizi ambientali ai sistemi di welfare, per arrivare a una classifica complessiva del benessere territoriale. Anche quest’anno l’esito non stravolge gli equilibri: Milano e Bolzano restano le province più performanti, mentre agli ultimi posti si collocano Reggio Calabria, Crotone e Caltanissetta.
Peggioramento diffuso
Il report segnala inoltre un peggioramento diffuso: soltanto 60 province su 107 rientrano nelle categorie di qualità della vita “buona” o “accettabile”, un numero in calo rispetto alla precedente edizione, segnale di una generale perdita di vivibilità. In tutte le nove macro-aree analizzate — dal lavoro all’ambiente, dall’istruzione al reddito — la frattura territoriale si allarga. La Calabria, in particolare, resta sistematicamente nelle retrovie: Crotone chiude la classifica sia per istruzione e formazione sia per reddito e ricchezza.
L’unico elemento che spezza lo schema riguarda la sanità. L’indicatore dedicato al sistema salute, che valuta dotazioni ospedaliere, apparecchiature diagnostiche e attività dei reparti specialistici, vede Catanzaro collocarsi sorprendentemente al secondo posto nazionale, superata soltanto da Ancona.


