La polemica sulla pulizia delle strade consortili, tornata a far rumore a Vibo Valentia dopo il caso di via Cementificio, riporta in superficie una storia che – almeno sulla carta – era già stata chiarita. A rimettere ordine nei fatti è Vincenzo Bruni, ex assessore all’Ambiente dell’amministrazione Limardo, che interviene con una ricostruzione dettagliata e qualche puntura di spillo rivolta all’attuale maggioranza.
Una vicenda da chiarire
Una vicenda da chiarire
Bruni parte da un punto tecnico, ma fondamentale: il capitolato del 2019. “Quando ci siamo insediati – ricorda – la Dusty era in proroga. Per questo il nuovo capitolato fu mandato subito in gara a settembre. Ma quel capitolato riportava un errore: attribuiva alla ditta la pulizia delle strade consortili, provinciali e statali”. Un errore non da poco, perché – come sottolinea l’ex assessore – la normativa dice altro. Il Testo Unico Ambiente e l’art. 14 del Codice della Strada stabiliscono chiaramente che vigilanza, manutenzione e pulizia spettano agli enti proprietari delle strade, non al Comune e tantomeno alla ditta incaricata della raccolta rifiuti.
Il protocollo con il Corap
Da qui parte il lavoro dell’assessorato di allora per rimettere le cose nel loro perimetro legale e operativo. Bruni ricorda infatti gli accordi messi in piedi nei mesi successivi: dal protocollo con il Corap (maggio 2021) a quello con la Provincia (giugno 2023), nati per sopperire alle gravi difficoltà finanziarie e organizzative dei due enti, ma sempre nel rispetto delle loro competenze. Con Anas – racconta – era stata avviata la stessa procedura, “ma non si arrivò alla firma”.
Legittima rivendicazione
Un passaggio che Bruni rivendica con forza riguarda i costi: “Grazie ai protocolli, il Comune non sosteneva spese. La Corte dei Conti ne era perfettamente a conoscenza, visto che valutava il nostro piano di riequilibrio”. In pratica: i costi sulle strade consortili venivano compensati con servizi resi al Comune o con i costi di depurazione; quelli sulle provinciali venivano bilanciati con servizi della Provincia; i formulari firmati dagli enti proprietari non pesavano nemmeno sulla quota di indifferenziata, come previsto dalla normativa.
Gli assessori Miceli e Soriano
Il finale dell’ex assessore è un misto di stupore e velata critica politica: “All’epoca – dice – sia i consiglieri di opposizione sia quelli di maggioranza, oggi assessori Soriano e Miceli compresi, erano stati informati passo per passo delle procedure e delle attività. Strano che non abbiano proseguito sulla strada già avviata e illustrata più volte, sia in commissione che in Consiglio”.
Un percorso abbandonato
Il caso via Cementificio, dunque, per Bruni non è il segno di un problema nuovo ma di un percorso abbandonato. E il messaggio alla nuova amministrazione è chiaro: prima della polemica, guardare agli strumenti già esistenti e alle responsabilità fissate dalla legge. Perché – come spesso accade a Vibo – la memoria, quando conviene, è più corta delle strade da pulire.


