In un contesto non solo meteorologico, ma soprattutto politico giudicato “ostile”, la lista Acquaro Bene Comune ha chiuso la propria campagna elettorale con un comizio in piazza Marconi, dopo gli incontri svolti nei giorni precedenti nelle frazioni Piani e Limpidi. Richiamo al voto, senso civico e spirito comunitario sono stati i temi ricorrenti della serata.
Campagna anomala
Campagna anomala
Ad aprire l’incontro è stato il candidato al Consiglio Francesco Scarmozzino, che ha definito quella in corso una “campagna anomala”, segnata da polemiche legate alla presenza di una sola lista. Scarmozzino ha ricordato come situazioni simili si siano già verificate in passato, quando la seconda lista era solo “di facciata”, eppure la popolazione era comunque andata alle urne. “Siamo qui dopo due anni di lavoro – ha sottolineato – necessari per individuare candidati credibili e validi, costruire un programma ascoltando la nostra comunità e dare un segnale di pace, offrendo un’amministrazione che non faccia favoritismi e tuteli i diritti di tutti”.
Punti programmatici
Ha poi accennato ad alcuni punti del programma, invitando ad ampliarlo ulteriormente, e ha richiamato l’attenzione sui finanziamenti che rischierebbero di andare dispersi o mal gestiti senza un’amministrazione in carica. Da qui l’appello: “Andare a votare è un atto di responsabilità verso se stessi e verso il territorio”.
Ha preso quindi la parola il candidato sindaco Pino Ferraro, che non ha esitato a definire “fastidiosa” una campagna condotta – ha affermato – contro un avversario “fantasma” impegnato a promuovere l’astensionismo. Ferraro ha ribadito che la lista ha scelto sin dall’inizio di evitare toni offensivi, malgrado – ha osservato – nei dibattiti pubblici siano frequenti attacchi personali che rischiano soltanto di acuire le divisioni.
Formazione della lista
Il candidato sindaco ha poi ripercorso le tappe che hanno portato alla formazione della lista, ricordando una “proposta blindata” avanzata alla controparte: cinque candidati per ciascun schieramento, l’esclusione di esponenti della vecchia amministrazione e lui capolista. Una proposta che, sostiene Ferraro, non ha mai ricevuto risposta. Ha aggiunto che, prima ancora, gli era stato offerto un posto nella lista avversaria con il ruolo di vicesindaco: un’ipotesi da lui respinta perché incompatibile, ha spiegato, con il suo percorso lavorativo e morale e con quanto accaduto durante la precedente amministrazione.
Esclusione lista rivale
Ferraro ha inoltre illustrato quelle che definisce “indiscrezioni e confidenze” sulle ragioni dell’esclusione della lista rivale: una presunta strategia, elaborata senza che i candidati ne fossero a conoscenza, che avrebbe previsto due liste distinte – una completa e pronta per essere depositata nel caso di una lista “civetta” altrui, e un’altra incompleta e irregolare, destinata a essere presentata qualora Acquaro Bene Comune non avesse prodotto una lista aggiuntiva. Un meccanismo che, secondo Ferraro, sarebbe stato funzionale a costruire un’immagine vittimistica attraverso ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato, così da compattare il gruppo interno e favorire l’astensionismo.
Secondo tale ricostruzione, l’obiettivo reale sarebbe stato ritenere il quorum un ostacolo più difficile del confronto elettorale e guadagnare tempo per organizzare una squadra più competitiva. Accuse che, per la loro gravità, coinvolgono l’intera comunità e le cui conseguenze – ha affermato – saranno pagate da tutto il paese.
Ferraro ha infine richiamato il programma della lista, concludendo con un’immagine suggerita dalla moglie: “Se raggiungerete il quorum, iniziate dalle iniziali del vostro simbolo: A/B/C, Acquaro Bene Comune”. E rivolto alla platea ha chiuso: “Siamo qui per riscrivere l’alfabeto insieme a voi”.


