Spadola ricorda le vittime dell’alluvione del 1935 nel 90° anniversario della tragedia

Cerimonia commemorativa promossa dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Antonio Maria Rosso per ricordare una delle pagine più dolorose della storia del paese

Si è tenuta oggi, venerdì 21 novembre, la cerimonia commemorativa organizzata dall’amministrazione comunale di Spadola in occasione del 90° anniversario dell’alluvione del 21 novembre 1935, una delle pagine più dolorose della storia locale. Durante l’iniziativa è stata svelata una targa commemorativa che riporta il livello raggiunto dall’acqua in quella tragica notte — oltre due metri — affinché nessuno dimentichi la forza devastante di quel nubifragio.

Nel corso dell’evento hanno preso la parola il sindaco Antonio Maria Rosso, il vicesindaco Vitantonio Tassone, il parroco don Bruno Larizza e il prof. Bruno Bertucci, pronipote di una delle vittime, che hanno rievocato con commozione le vicende umane e i drammatici avvenimenti che sconvolsero la comunità.

Nel corso dell’evento hanno preso la parola il sindaco Antonio Maria Rosso, il vicesindaco Vitantonio Tassone, il parroco don Bruno Larizza e il prof. Bruno Bertucci, pronipote di una delle vittime, che hanno rievocato con commozione le vicende umane e i drammatici avvenimenti che sconvolsero la comunità.

L’alluvione del 1935 colpì con violenza l’intero territorio: tutti i ponti sul corso dell’Ancinale e su molti affluenti furono distrutti o gravemente danneggiati; le piogge torrenziali causarono frane diffuse che aumentarono i danni e isolarono interi paesi. Ingenti furono le distruzioni anche nei territori di Mongiana, Serra San Bruno, Brognaturo, Simbario e Cardinale.

Le vittime

A Spadola la tragedia lasciò un segno profondo. Come riportato nel libro dei morti della Chiesa Matrice da don Francesco Ceravolo, quella notte persero la vita: Giuseppe Valente, 79 anni, travolto dalle acque nella propria abitazione, mentre con un gesto eroico sosteneva sulla finestrella dell’abitazione la figlia incinta e tre nipotini; i piccoli Maria Teresa Coda, di 5 anni, e Cosmo Bruno Coda, di 11 mesi, sorpresi nel sonno dalla furia dell’acqua nonostante il disperato tentativo della madre di salvarli.

Memoria comune

Tra i simboli di quella devastazione ci fu anche il ponte in cemento che collegava Spadola a Brognaturo, anch’esso distrutto dalla piena, un dato storico che smentisce la credenza secondo cui fosse un ponte in legno. L’amministrazione comunale ringrazia tutti i cittadini intervenuti alla commemorazione, sottolineando l’”importanza della memoria collettiva come fondamento della nostra identità e monito per le generazioni future. Ricordare significa rendere omaggio a chi non c’è più e rafforzare il legame con la nostra storia, affinché tragedie simili non vengano mai dimenticate”.

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