Poche ore alla scadenza per la presentazione delle liste al rinnovo del consiglio provinciale di Vibo Valentia. Il centrosinistra arriva al traguardo con una lista definita e una coalizione formalmente compatta. Ma le ultime ventiquattr’ore hanno evidenziato frizioni politiche che raccontano una tenuta più fragile del previsto. La coalizione comprende Partito Democratico, area alecciana (Democratici e Riformisti), Progetto Vibo, Movimento Cinquestelle, Alternativa Verdi Sinistra, Più Europa e Casa Riformista (Italia Viva e Azione). In pratica lo stesso schieramento che circa un anno e mezzo amministra palazzo Luigi Razza.
Candidati e schieramenti
Candidati e schieramenti
Il Pd conferma l’uscente Antonino Schinella, la presidente del Consigio provinciale, Vladimira Pugliese e Antonio Carchedi. Gli alecciani presentano Nico Console. Sul fronte di Progetto Vibo, il sindaco Enzo Romeo ha dovuto rinunciare alla candidatura di Filippo Paolì per rispettare l’equilibrio di genere: al suo posto viene inserita Maria Trapani, attuale capogruppo in consiglio comunale. Il Movimento Cinquestelle schiera Ilenia Tulino, di Mileto, e Vincenzo Lacaria, di Vazzano. Casa Riformista candida l’uscente Carmine Mangiardi. Alternativa Verdi Sinistra sarà rappresentata da Sergio Barbuto. Più Europa mette in campo Maria Angela Calzone, assessore al Bilancio del Comune di Ionadi.
La posizione di Epifanio e Soriano
Ma le tensioni ci sono e restano. Sembrano endemiche dove vivono i partiti. E gli schiaffi delle ultime regionali sembrano non avere insegnato proprio nulla. Mariella Epifanio, consigliera comunale di Zambrone, ha chiesto al centrosinistra di chiamarsi fuori dalla competizione, rilanciando il tema della riforma della legge elettorale provinciale. A quel primo segnale di dissenso si è subito aggiunto quello – politicamente più pesante – dell’assessore del Comune di Vibo Valentia Stefano Soriano, che ha invitato il Pd a rinunciare alla partecipazione.
Volontà politica da rispettare
Le dichiarazioni hanno innescato la reazione del deputato del Movimento Cinquestelle Riccardo Tucci, che ha ricordato come la decisione di presentare la lista sia stata “assunta in modo unanime da tutta la coalizione”, sottolineando che la stessa coalizione “permette a Soriano di essere assessore”. Da qui l’avvertimento politico: se l’assessore non rientrerà dalle sue posizioni, dovrà “rivedere anche la sua presenza nell’amministrazione”. Ancora più esplicito, Tucci ha definito il comportamento di Soriano come quello “di un bambino capriccioso”, percepito come una forzatura improvvisa che mette in discussione la linea condivisa.
Un centrosinistra: equilibri delicati
Il centrosinistra affronterà dunque il deposito delle liste con una formazione completa e un quadro alleato formalmente compatto, ma attraversato da tensioni che confermano quanto questa competizione provinciale sia diventata un banco di prova per gli equilibri politici interni. La chiusura della lista non cancella le criticità: il vero test comincerà dopo il deposito, quando le fibrillazioni dovranno misurarsi con la campagna elettorale e con una coalizione che, proprio ora che il centrodestra appare in ritirata, è chiamata a dimostrare maturità e coesione.
Udc non segue il centrodestra
Il centrodestra, invece, è fuori dai giochi per una scelta ben precisa. La sfiducia politica al presidente Corrado L’Andolina il cui mandato scade nella primavera del 2027 (la legge non prevede la sfiducia) hanno spinto Forza Italia, Fratelli d’Italia (decisione all’ultimo momento) e Lega a non presentare liste. Non condivide tale linea l’Udc che con il segretario Salvatore Bulzomì annuncia la linea: “Noi ci saremo; è necessario avere rispetto per l’istituzione Provincia”.


