Ci sono singoli che arrivano come piccole scosse elettriche, e “Ghost Town” dei Loom è uno di quelli. Il debutto della band nata nel 2024 è ora fuori su tutte le piattaforme digitali ed è uno di quei pezzi che, appena parte, ti cattura in quel mix di chitarre evocative, tensione emotiva e un crescendo che ti lascia addosso un’energia quasi cinematografica. Ma non fatevi ingannare dal titolo: la “città fantasma” dei Loom non è un luogo da mappa. È uno stato mentale, un’isola interiore dove ci ritroviamo quando ci sentiamo lontani da tutto. Quel vuoto che fa paura ma che, a volte, diventa proprio il punto da cui ripartire. “Casa”, per la band, non è un indirizzo: è quella sensazione di calore e appartenenza che inseguono tutti, soprattutto quando si è smarriti.
L’anima della band
L’anima della band
Il cuore pulsante del progetto è Stefania Reale, voce e penna del gruppo, capace di trasformare la vulnerabilità in un’arma affilata. Accanto a lei, l’architettura sonora costruita da Vittorio Junior Greco — chitarre e produzione — tiene insieme delicatezza e rabbia con equilibrio sorprendente. A completare la linea emotiva del brano ci sono le tastiere di Filippo Acquaro e la batteria di Domenico Lico, che aggiungono spessore e dinamica a un sound già ricco di strati e suggestioni.
Salde radici nel rock
“Ghost Town” suona come un alt-pop contaminato, con radici nel rock ma libero di flirtare con elettronica, cantautorato e atmosfere dark. È un pezzo che cresce, respira, esplode. E sì, lascia segni. Anche grazie al videoclip ufficiale su YouTube, che amplifica l’immaginario visivo e sensoriale che la band vuole costruire. I Loom – tutti provenienti dal territorio vibonese – nascono dopo un periodo di collaborazioni incrociate, idee condivise e quel tipo di alchimia che scatta solo quando quattro persone capiscono che stanno andando nella stessa direzione. Da lì, la scrittura di musiche su commissione, la ricerca di una propria identità e infine questo primo singolo che segna l’inizio di un percorso molto più grande.
Presto i nuovi brani
E infatti “Ghost Town” non è un punto d’arrivo: è il primo capitolo. Altri brani sono già in lavorazione e usciranno a cadenza bimestrale, fino a comporre l’album d’esordio della band. Un viaggio che promette di approfondire il loro universo sonoro – viscerale, introspettivo, potente – e di raccontare nuove sfumature della stessa domanda: dove ci sentiamo davvero a casa? Se questo è solo l’inizio, preparatevi: i Loom non hanno nessuna intenzione di passare inosservati.


