Arghillà, ancora violenza in carcere: infermiere aggredito durante la terapia. Il NurSind: “Situazione insostenibile”

Il sindacato denuncia sovraffollamento, gestione regionale inefficace e rischi sempre più gravi per chi lavora in condizioni estreme

Ancora un episodio di violenza all’interno del carcere di Arghillà, dove sabato pomeriggio un infermiere è stato colpito al volto con uno schiaffo da un detenuto mentre consegnava la terapia. Un’aggressione improvvisa, immotivata, che riaccende i riflettori su una situazione definita ormai “fuori controllo” dagli operatori sanitari e dai sindacati. Secondo quanto riportato dal NurSind, il penitenziario continua a registrare un sovraffollamento significativo, trasformandosi di fatto in un “deposito” per detenuti problematici già protagonisti di disordini in altre strutture della regione. Una condizione che rende ancora più fragili le dinamiche interne e aumenta il livello di rischio per chi opera quotidianamente in reparti complessi e spesso insufficientemente sorvegliati.

Sanitari allo stremo

Sanitari allo stremo

Nonostante i continui investimenti dell’Asp di Reggio Calabria, reperire personale per il carcere rimane un’impresa. Le criticità logistiche, un contesto lavorativo ritenuto ad alta pericolosità e la percezione di mancato supporto rendono difficile garantire continuità assistenziale e sicurezza. Il NurSind esprime “piena solidarietà” all’infermiere aggredito, che, pur provato dal gesto violento, ha deciso di concludere regolarmente il turno. Un comportamento definito “professionale e ammirevole”, ma che non può diventare la norma in un ambiente ritenuto ormai troppo pericoloso.

L’appello del NurSind

Il segretario territoriale, Dr. Vincenzo Marrari, chiede all’Amministrazione Penitenziaria di garantire immediatamente maggiori controlli e misure di sicurezza negli istituti calabresi. L’invito è a intervenire con urgenza sull’organizzazione regionale per evitare che episodi come questo possano trasformarsi in tragedie. “Non possiamo continuare ad assistere impassibili – afferma il sindacato –. Servono decisioni chiare e interventi concreti prima che si verifichino eventi irreparabili”.

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