Serra San Bruno alza la voce: Barillari incalza la Commissione dell’Asp e chiede risposte (video)

Serra San Bruno alza la voce: Barillari incalza la Commissione dell’Asp e chiede risposte (video)

Alla Conferenza dei sindaci di Vibo Valentia il primo cittadino mette in fila domande, numeri e proposte: dal caso Piscitelli ai reparti allo stremo, passando per il rischio di perdere servizi essenziali

La Conferenza dei sindaci è appena iniziata quando Alfredo Barillari, sindaco di Serra San Bruno, prende la parola e mette subito sul tavolo la domanda che nessuno aveva ancora osato porre in modo così diretto: perché il precedente commissario dell’Asp, Vittorio Piscitelli, è stato rimosso dalla sera alla mattina? Un interrogativo – dice Barillari – che “merita una risposta chiara, non per noi amministratori ma per i cittadini che hanno il diritto di sapere”. Una domanda che pesa come un macigno sull’intera assemblea, perché chiama in causa l’origine stessa della gestione commissariale insediata per infiltrazioni mafiose. Ed è da qui che il sindaco parte per costruire il suo duro, lucidissimo j’accuse.

Unità del territorio

Unità del territorio

Barillari ricorda che la Conferenza dei sindaci sta dimostrando una compattezza inedita: “Qui non c’è colore politico che tenga: il diritto alla salute viene prima di tutto”. E aggiunge che questo fronte comune non è un orpello retorico, ma un impegno operativo: “Chiediamo strumenti di emergenza per affrontare una situazione che è ormai di emergenza strutturale. Se servono atti attuativi speciali, li chiediamo insieme, tutti”.

Ospedale sotto stress

Il sindaco entra nel merito della condizione dell’ospedale “San Bruno”, elencando criticità già note ma mai affrontate con decisione. La fotografia è impietosa: chirurgia ridotta al minimo; pronto soccorso in affanno; radiologia con un solo medico esterno; laboratorio analisi con ritardi fino a 48 ore; carenze di personale ovunque; reparti che resistono solo per sacrificio del personale. “In anestesia, un medico è già prossimo alla pensione: lo diciamo adesso per programmare, per evitare l’ennesima emergenza annunciata”. E chiarisce: “Noi siamo al vostro fianco, ma vogliamo risposte. Non possiamo vivere nell’incubo che a dicembre un contratto esterno scada e l’intero servizio si blocchi”.

Tecnologie allo stremo

Radiologia è uno dei punti più critici. Il sindaco denuncia apparecchiature fatiscenti e un solo radiologo esterno che regge l’intera struttura. Ogni dicembre – racconta – il contratto scade e il servizio si rischia di fermarlo. È una roulette russa sulla pelle dei cittadini”. Stessa sorte per il laboratorio analisi, dove l’assenza del responsabile rischia di paralizzare l’intero reparto.

Chirurgia da salvare

Barillari indica la chirurgia come reparto chiave: non soltanto per evitare che i cittadini fuggano altrove, ma per invertire la curva della migrazione sanitaria. “La precedente responsabile ha dato prova che Serra può essere un riferimento: grazie alla Trasversale è raggiungibile in venti minuti. Perché non sfruttare questa opportunità invece di lasciarla morire?”.

Riaprire ciò che serve

Il sindaco ricorda che esistono sale operatorie attrezzate, costate centinaia di migliaia di euro, oggi inutilizzate. “Sono soldi pubblici già spesi. Se non le facciamo funzionare, stiamo buttando via risorse e speranze. A Serra si potrebbe ripartire subito: la struttura c’è, serve volontà politica e programmazione”.

Riabilitazione ignorata

Il nodo della riabilitazione è uno dei più paradossali. “Ci sono 20 posti letto previsti dal 2014. Sulla carta. Solo sulla carta. Servono un fisiatra e un fisioterapista: figure reperibili, non miraggi. Perché non si apre questo reparto?”. Un’altra domanda che rimane sospesa in sala.

Dialisi da proteggere

Barillari tocca poi il caso della dialisi: un punto nevralgico che rischia di scomparire. La precedente responsabile se n’è andata “per mancanza di supporto logistico e medico”. A gestire il servizio c’è ora un altro specialista esterno, “che merita rispetto, ma che non può reggere da solo un presidio così delicato. Perdere la dialisi – avverte il sindaco – significa perdere speranza. E questo non possiamo permettercelo”.

Un appello finale

La conclusione è un misto di determinazione e allarme: “Siamo qui non per rassegnarci, ma per evitare di affondare definitivamente. Questo territorio non può vivere di carte e promesse. Serve concretezza, serve programmazione, serve coraggio. E serve adesso”. Un messaggio che rimbalza nella sala consiliare come una sfida diretta alla terna commissariale e alla Regione: nessuno potrà dire di non aver sentito.

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