La convocazione del prefetto Anna Aurora Colosimo non doveva essere un rito istituzionale. Doveva essere un segnale. Un atto di allarme, quasi un Sos lanciato dal territorio più fragile della Calabria. Domani alle 16.30, davanti a lei, si siederanno i vertici della Conferenza dei sindaci e i commissari dell’Asp di Vibo. All’ordine del giorno: la gravissima emergenza sanitaria che sta travolgendo ospedali, servizi, famiglie, diritti. Il prefetto, rappresentante dello Stato, ha chiesto una presenza fondamentale: quella del commissario alla Sanità, Roberto Occhiuto, che è anche presidente della Regione. Una richiesta chiara, istituzionale, inevitabile. Ma dalla Cittadella filtra una risposta che pesa come un macigno: Occhiuto non ci sarà. Manderà un delegato della struttura commissariale.
Assenza che brucia
Assenza che brucia
Per il Vibonese, per le istituzioni provinciali, per i cittadini che ogni giorno fanno i conti con reparti vuoti, medici che scappano, ambulanze insufficienti, liste d’attesa infinite e ospedali allo stremo, questa non è una semplice assenza. È uno schiaffo. Uno schiaffo a chi governa il territorio. Uno schiaffo a chi soffre, alla dignità di una provincia sempre più isolata e punita. Né si può fingere che questa sia una novità: Occhiuto manca da Vibo dal giorno della campagna elettorale di due anni fa, quando disse ai vibonesi: “Se votate il centrodestra avrete una Regione amica, se votate il centrosinistra vi arrangerete”. Ha mantenuto la promessa. Alla lettera. Ha lasciato il territorio ai suoi luogotenenti, come per dire: fatene quello che volete.
Incontro di fallimento
C’è chi, nelle ultime ore, ha provato a leggere l’incontro della Prefettura come un segnale positivo, un momento di ascolto, una svolta. No. Non è nulla di tutto questo. È, al contrario, la prova vivente del fallimento totale: del commissariamento dell’Asp, della scelta dei commissari, dell’Atto aziendale appena approvato, del Piano territoriale copia-incolla. Documenti che non aggiungono nulla, non correggono nulla, non risolvono nulla. Il territorio è allo stremo mentre i provvedimenti restano esercizi di carta: senza personale, senza investimenti, senza logica, senza visione.
Politica evaporata
In qualunque altra regione d’Italia, davanti a una situazione simile, la presenza del presidente sarebbe stata scontata. Qui no. Qui la politica è stata svuotata, delegittimata, umiliata. Amministratori locali lasciati soli, sindaci costretti a diventare supplenti dello Stato e della Regione, cittadini trasformati in ostaggi di un sistema che non garantisce neanche l’ordinario. L’assenza di Occhiuto non è solo istituzionale. È simbolica. È il segno di una Calabria in cui la gestione della sanità è diventata un recinto blindato, impermeabile al confronto, alle domande, ai territori che implorano risposte. Vibo merita rispetto. Non deleghe, non sostituti, non presenze a metà.


