Vibo esclusa dai fondi sanitari: ecco i numeri del grande squilibrio calabrese

Nel triennio 2022–2025 la provincia perde risorse mentre tutte le altre crescono. Soccorso Capomolla (Don Mottola Medical Center): così si condanna il territorio a non avere mai servizi reali. Serve una correzione urgente

Non è un’impressione, non è un lamento territoriale: è matematica. L’analisi condotta da Soccorso Capomolla, direttore sanitario del Don Mottola Medical Center di Drapia, traccia un quadro di squilibrio evidente e strutturale nella distribuzione del Fondo Sanitario Regionale. Un quadro che assume un contorno ancora più grave perché Vibo Valentia – unica tra le cinque province calabresi – perde finanziamenti, mentre tutte le altre crescono. Capomolla sintetizza così: «Se non ci sono risorse adeguate, nessun servizio potrà mai essere attivato. Qui siamo davanti a un depotenziamento programmatorio che dura da anni.»

Fondi che calano ogni anno

Fondi che calano ogni anno

Mentre il Fondo Sanitario Regionale aumentava in tutta la Calabria, Vibo Valentia viaggiava in direzione opposta. La tabella del triennio 2022–2024 parla chiaro: Riparto FSR 2022–2024 (Fondo indistinto) Cosenza: +4,8% – Crotone: +32,5% – Catanzaro: +8,4% –  Reggio Calabria: +9,1% –  Vibo Valentia: –2,5% (unica provincia con saldo negativo). Un unicum negativo, un arretramento che si traduce in meno servizi, meno personale, meno assistenza. Sproporzione totale:  Socio-Sanitario 2025: Il Dca 302/2025, che ridisegna il tetto socio-sanitario regionale, produce un’altra forbice ingestibile: Crotone: 38,7 milioni –  Vibo Valentia: 7,3 milioni –  Rapporto 5 a 1, a parità di popolazione e con un fabbisogno spesso maggiore proprio per Vibo (anzianità, fragilità, mobilità passiva).

Le osservazioni da evidenziare

“Non esiste alcuna logica epidemiologica che giustifichi questo divario. Sulla carta Vibo vale cinque volte meno di Crotone. Un dato irricevibile”, osserva Soccorso Capomolla, direttore sanitario del Don Mottola Medical Center di Drapia. Il sottofinanziamento non riguarda solo una voce di bilancio: si riverbera su tutti e tre i pilastri della sanità: prevenzione – servizi ridotti all’osso;  Ospedaliero – personale insufficiente, reparti a rischio;  Territoriale – Rsa, disabilità, riabilitazione e Adi quasi inesistenti. Nel complesso, il territorio vibonese accumula: oltre 20 milioni di divario solo nell’area territoriale in tre anni; un peggioramento della capacità assistenziale; un indebolimento programmatorio strutturale.

Solo risorse mal distribuite

Cosenza: molte risorse, distribuzione interna non sempre coerente; Crotone: forte incremento, soprattutto nel socio-sanitario; Catanzaro: stabilità e vantaggio derivante dai servizi centrali; Reggio Calabria: finanziamento elevato ma dispersione cronica;  Vibo Valentia: riduzione dei fondi e isolamento amministrativo.

Il tracollo è dietro l’angolo

Sulla scorsa di questi numeri per Soccorso Capomolla il tracollo è inevitabile: “Se non si corregge ora, congeliamo per altri anni l’assenza totale di servizi essenziali. E questo territorio non può permetterselo”. Capomolla avanza quattro azioni immediate: revisione urgente del Dca 302/2025; meccanismo perequativo pluriennale per colmare il gap; criteri di riparto basati sul fabbisogno reale; contrattualizzazione immediata delle strutture accreditate vibonesi

Il direttore sanitario conclude con una frase che suona come un monito: “L’equità non è uno slogan: è un obbligo costituzionale. O si corregge, o Vibo resta una provincia con diritti sanitari dimezzati”.

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