Vibo, un progetto per il vecchio cinema Valentini. Può ridare vita al cuore della città

Il sindaco Enzo Romeo prova a invertire la rotta: tra timori, attese e una città che ancora fatica a riconoscersi. Il centro storico cerca una nuova identità

Per decenni il Cinema-Teatro Valentini è stato un faro di luce nel centro storico di Vibo Valentia. Un luogo di passaggio, di ritrovo, di sguardi condivisi tra un film d’essai e un concerto improvvisato, un pezzo di città che raccontava la città stessa. Poi, come accade ai simboli quando il tempo li scavalca, anche quel sipario si è chiuso. L’edificio è rimasto lì: imponente, silenzioso, quasi in attesa che qualcuno decidesse cosa farne. Adesso quel momento sembra essere arrivato. La proprietà, dopo anni di incertezza, ha manifestato l’intenzione di avviare un percorso di riconversione: spazi commerciali, certo, ma anche la possibilità – questa è la parte che fa più rumore – di creare un vero centro congressi nel cuore di Vibo.

Segnale politico e culturale

Segnale politico e culturale

Un progetto che, nelle intenzioni del Comune, non è solo una ristrutturazione, ma un segnale politico e culturale. Forse la miccia che potrebbe far esplodere lo sviluppo del centro storico. Durante la presentazione ufficiale, il sindaco Enzo Romeo ha parlato davanti a giornalisti usando toni che raramente si sentono quando si discute del destino degli immobili storici: “Questa notizia rappresenta una straordinaria opportunità e un segnale di fiducia nel futuro della nostra città”, ha dichiarato aprendo il suo intervento. Secondo il primo cittadino, l’amministrazione è pronta a sostenere la trasformazione del Valentini “con tutti gli strumenti disponibili”, accelerando gli aspetti burocratici e urbanistici necessari al cambio di destinazione d’uso. Una posizione chiara: il Comune non vuole essere spettatore, ma facilitatore. “Saremo al fianco della proprietà – ha aggiunto Romeo – e siamo disponibili anche a individuare e mettere in contatto investitori privati che possano contribuire alla realizzazione di un progetto ambizioso e di altissima qualità”. Una dichiarazione che lascia intendere che il progetto sarà importante, forse più grande di quanto si immaginasse.

Tra commercio e congressi

L’idea è suggestiva: un luogo che fonde spazi commerciali con una grande sala congressuale capace di sostenersi economicamente proprio grazie alla presenza delle attività private. Un modello già sperimentato altrove, ma nuovo per Vibo, dove spesso si fatica perfino ad avviare un dibattito concreto sul riuso degli immobili storici. Nella visione illustrata dal sindaco, il Valentini potrebbe diventare un’infrastruttura di eccellenza, “un hub in grado di attrarre eventi, convegni e congressi di portata nazionale e internazionale, fungendo da motore di attrazione per l’intera Calabria”. Una prospettiva che, se concretizzata, segnerebbe un salto di scala per una città che raramente ambisce a ruoli regionali.

Un progetto che va oltre il cantiere

L’amministrazione punta su tre pilastri: investimento privato, occupazione e pubblica utilità. Da un lato l’efficienza imprenditoriale della proprietà, dall’altro la creazione di posti di lavoro stabili e qualificati – una promessa che a Vibo suona sempre come un richiamo forte – e infine la restituzione di un simbolo alla città. Il Valentini, da luogo chiuso e malinconico, tornerebbe ad essere centro di aggregazione, cultura e movimento.
Romeo lo definisce “il fiore all’occhiello della Vibo che vogliamo”. Una frase che dice molto dell’intenzione politica, ma anche della scommessa che comporta aprire un grande progetto nel cuore della città: dove qualcosa si costruisce, altre cose inevitabilmente cambiano.

La sfida del centro storico

La vera domanda, però, è se questo progetto sarà davvero il traino per il centro storico. Il recupero del Valentini può essere un punto di svolta, ma solo se accompagnato da un ripensamento complessivo del tessuto urbano, della viabilità, dei servizi, dell’offerta culturale. Non basta riaprire un edificio: serve riattivare una comunità intorno a quel luogo. Eppure, forse, il primo passo è proprio questo: ridare vita a un simbolo. Perché le città non cambiano per decreto, cambiano quando i cittadini tornano a frequentare gli spazi, quando un luogo chiuso torna a illuminarsi, quando un vecchio cinema diventa di nuovo un punto di orientamento.
Il progetto sul Valentini è una promessa. Ora bisogna trasformarlo in realtà.

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