Diritti e lavoro, Vibo si mobilita: una manovra senza visione, serve un fronte ampio

Il 9 dicembre confronto pubblico al Csv di Vibo Valentia su Legge di bilancio, dati Bankitalia e Bilancio sociale Inps. Sindacati, lavoratori, mondo politico e sociale verso lo sciopero generale del 12 dicembre

Diritti, lavoro, politiche sociali e una Legge di bilancio giudicata “povera di visione”. Sono questi i temi al centro del confronto pubblico in programma martedì 9 dicembre alle ore 16 nella sala conferenze del Centro servizi al volontariato di Vibo Valentia. Un appuntamento promosso in vista dello sciopero generale nazionale del 12 dicembre, durante il quale sindacati, lavoratori, Rsu, rappresentanti politici, istituzionali e del mondo associativo si confronteranno sugli scenari aperti dal nuovo documento economico del governo. All’incontro sarà presente il segretario generale dell’Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia, Enzo Scalese a cui sono state affidate le conclusioni del dibattito. Sono previsti interventi di Maria Arena, lavoratrice Tis; Anna Coloca, consigliera comunale di Vibo; Gernando Marasco, Cgil Scuola; Pino Pontoriero, presidente Auser Cgil; Raffaele Mammoliti, Cgil Area Vasta; Abdel Ilah El Afia, Fillea Cgil Area Vasta; Rinaldo Tedesco, Presidente comitato provinciale Inps di Vibo; Antonio Carchedi, consigliere comunale di Filadelfia e Antonio Lo Schiavo, già consigliere regionale.

Report semestrale di Banca d’Italia

Report semestrale di Banca d’Italia

Sul tavolo ci saranno anche i dati della relazione semestrale della Banca d’Italia e del Bilancio sociale dell’Inps, strumenti fondamentali per misurare la reale condizione del Paese e, in particolare, delle aree più fragili come la Calabria. Le conclusioni saranno affidate al segretario generale della Cgil Area vasta Cz-Kr-Vv, Enzo Scalese. Il giudizio sulla manovra è severo. Nel comunicato diffuso dagli organizzatori si parla di una Legge di bilancio “con risorse limitate, incapace di affrontare i nodi strutturali e di rispondere alle fragilità sociali”. A preoccupare è il combinato disposto di produttività ferma, investimenti pubblici in arretramento e settori strategici – sanità, scuola, trasporti, casa – ancora una volta “drammaticamente sottofinanziati”. In controtendenza, invece, la crescita delle spese militari, che nel 2026 dovrebbero aumentare di altri 3,5 miliardi di euro.

Occupazione ancora ferma

I sindacati denunciano inoltre come salari, lavoro e pensioni siano “i grandi assenti” dalla manovra 2026, con ricadute pesanti soprattutto nelle regioni meridionali. E se in Calabria il Pil mostra un miglioramento, i benefici reali restano limitati: l’aumento dell’occupazione, osservano i promotori, è dovuto in gran parte alla diminuzione della popolazione in età lavorativa, mentre il tasso occupazionale – fermo al 48% – rimane lontanissimo dagli obiettivi nazionali ed europei. Preoccupa anche la qualità del lavoro: diminuiscono le assunzioni a tempo indeterminato, aumentano i contratti part-time e la povertà relativa e assoluta tocca livelli record, i più alti del Paese. Senza dimenticare il primato negativo della regione sul fronte dei Neet (giovani tra 15 e 29 anni che non studiano e non lavorano), un dato che fotografa la frattura generazionale e sociale nella quale la Calabria continua a sprofondare.

Costruire consapevolezza

Alla luce di questo quadro, il dibattito del 9 dicembre punta a costruire consapevolezza e partecipazione in vista dello sciopero del 12 dicembre e della manifestazione regionale di Crotone. Obiettivo: costruire un fronte ampio capace di chiedere ai governi – nazionale, regionale e locali – una maggiore attenzione verso salari, pensioni e soprattutto verso l’esigibilità dei servizi pubblici essenziali.

Il territorio più povero

Un richiamo che riguarda da vicino anche il territorio vibonese, “il più negletto della regione”, che attende risposte chiare su sviluppo, lavoro e diritti. Perché senza una svolta nelle politiche sociali e senza una strategia di investimenti mirati – è il messaggio che arriva dal mondo del lavoro – nessuna crescita sarà davvero inclusiva.

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