La riunione della Conferenza dei sindaci, tornata ieri nell’aula consiliare di Palazzo Luigi Razza, non è stata una semplice tappa istituzionale. È stata, finalmente, una ulteriore presa di posizione netta, compatta, necessaria. Perché mentre la provincia continua a pagare con vite, ritardi e rinunce il collasso del sistema sanitario, la politica locale prova a rialzare la testa. E lo fa partendo da una notizia che cambia l’agenda e, forse, il ritmo: il sub-commissario regionale alla Sanità, Ernesto Esposito, ha telefonato in diretta al sindaco Enzo Romeo per comunicare che l’incontro fissato per l’11 dicembre con la Regione sarà anticipato al giorno 10. Un dettaglio? No: un segnale.
Tavolo decisivo
Tavolo decisivo
Il presidente della Conferenza, Salvatore Fortunato Giordano, ha guidato un confronto serrato, concreto, costruttivo. Le priorità, messe in fila dai sindaci e costruite dopo giorni di pressioni, proteste e un vertice prefettizio che ha scosso il territorio, non ammettono più rinvii: Serra San Bruno e Tropea, il fabbisogno del personale, le assunzioni immediate, l’atto aziendale predisposto dall’Asp da chiudere in tempi certi. E su tutto, le priorità per uscire subito dalla grave emergenza, per come chiesto dal sindaco di Vibo, Enzo Romeo: “Chiamatelo anche Dca Vibo, se volete, ma qui servono procedure rapide, definitive”.
Emergenze quotidiane
Il quadro tracciato dagli amministratori è stato netto: oltre ai grandi piani, c’è un territorio che vive urgenze quotidiane e spesso disumane. Il sindaco di Francavilla, Giuseppe Pizzonia, lo ha ricordato con un intervento che ha gelato la sala: “C’è gente che muore per strada in attesa di un ospedale. Non possiamo parlare solo di riparti e tabelle, mentre mancano servizi elementari”.
Le periferie che reagiscono
Anche dalla costa arrivano ferite aperte: Tropea e Nicotera denunciano un progressivo depotenziamento, Joppolo chiede un Consiglio comunale aperto, Dinami ha approvato all’unanimità una delibera per garantire medico di base, prelievi e postazione 118. Segnali di un territorio che non è più disposto a restare in silenzio.
Verso la Regione
Ora tutto si sposta al 10 dicembre, data anticipata che i sindaci interpretano come un’occasione da sfruttare senza esitazioni. “Nessuno si faccia illusioni – ha ammonito Giordano -. Fiducia sì, ma con credibilità e con tempi certi”. Sul tavolo, tra le altre cose, la revisione del modello di riparto delle risorse, l’istituzione di un fondo di riequilibrio, la distinzione tra fondi ordinari e straordinari. E poi il tema più delicato di tutti: personale, personale, personale. Senza medici, senza infermieri, senza anestesisti, nessuna riforma potrà funzionare.
Ora basta alibi
Il percorso avviato nel vertice prefettizio, dove per la prima volta la presenza dei cittadini sotto il Palazzo del Governo ha scosso le istituzioni, ora deve trasformarsi in atti concreti. Perché la fiducia, quella vera, si misura sulle soluzioni, non sulle promesse. E Vibo, oggi, ha bisogno solo di questo: risposte immediate, non più alibi.
