Le indagini della Procura di Vibo stanno cercando di chiarire ogni dettaglio sulla drammatica scomparsa di Martina Piserà, 32 anni, residente a Mesiano di Filandari e originaria di Pizzo, e del piccolo Marino, il bimbo che portava in grembo e che non ha potuto conoscere il mondo. La magistratura sta cercando di ricostruire passo dopo passo gli eventi che hanno portato alla tragedia del 4 maggio, offrendo alla famiglia la possibilità di ottenere finalmente risposte.
Le indagini della Procura di Vibo stanno cercando di chiarire ogni dettaglio sulla drammatica scomparsa di Martina Piserà, 32 anni, residente a Mesiano di Filandari e originaria di Pizzo, e del piccolo Marino, il bimbo che portava in grembo e che non ha potuto conoscere il mondo. La magistratura sta cercando di ricostruire passo dopo passo gli eventi che hanno portato alla tragedia del 4 maggio, offrendo alla famiglia la possibilità di ottenere finalmente risposte.
Il racconto della sorella
Secondo quanto riportato nell’edizione odierna della Gazzetta del Sud, a raccontare alcune fasi che hanno preceduto il dramma è la sorella di Martina, Fiorenza, legata a lei da un rapporto profondo, tanto da tatuarsi il suo nome sul cuore. “Vogliamo sapere la verità – dice con voce rotta dal pianto – e siamo certe che le indagini la riveleranno. Chiediamo Giustizia per Martina e per Marino, è l’unica cosa che può darci respiro, perché noi siamo morte con lei”. Parole che includono anche la madre, Irene Malferà, devastata dalla perdita.
Gioia e dolore
Fiorenza, diventata madre a marzo, ricorda come la salute della sorella abbia iniziato a peggiorare proprio verso la fine della sua gravidanza. “Eravamo entrambe incinte, felici, e stavamo programmando il primo Natale con i nostri figli. Natale era la sua festa preferita”, racconta, sottolineando il contrasto tra la gioia che attendevano e il dolore che ora le opprime. “Siamo combattute tra celebrare il primo Natale del mio piccolo in suo onore e il peso del lutto che ci schiaccia”, aggiunge.
Vuoto impossibile da colmare
Il vuoto lasciato da Martina è enorme. “È rimasto un silenzio assordante, perché Martina era ‘rumore’: vitale, solare, era presenza…”, spiega Fiorenza. Un ricordo di energia e vitalità che ora convive con il dolore profondo della famiglia, che aspetta risposte dall’inchiesta coordinata dalla Procura di Vibo e custodisce la speranza che la verità possa restituire loro almeno un po’ di pace.


