Si inasprisce il confronto politico a Vibo Valentia dopo la nota diffusa dal gruppo Democratici e Riformisti (leggi qui), nella quale la capogruppo Alessandra Grimaldi criticava il consigliere regionale Vito Pitaro per la sua presunta assenza all’incontro istituzionale tenutosi nei giorni scorsi in Prefettura. Una ricostruzione “totalmente falsa”, secondo Maria Rosaria Nesci, capogruppo di Noi Moderati in Consiglio comunale.
Accuse ingiuste a Vito Pitaro
Accuse ingiuste a Vito Pitaro
Nesci definisce le accuse “ingiustamente mosse” e rimprovera alla Grimaldi di essersi prestata a fare da “interposta persona”, lasciando intendere che il contenuto della nota dei Democratici e Riformisti non sarebbe frutto della diretta valutazione della capogruppo. “Avrebbe dovuto accertarsi che quanto stessero scrivendo per suo conto corrispondesse al vero”, afferma.
Pitaro non è stato invitato
La consigliera chiarisce poi il punto centrale della polemica: “L’onorevole Pitaro non è stato assente all’incontro in Prefettura; semplicemente non è stato invitato”. Ciononostante – sottolinea – il consigliere regionale avrebbe incontrato all’esterno dell’edificio i sindaci presenti, offrendo sostegno e assicurando l’impegno a portare in Regione le istanze del territorio.
La sua colpa? Non amare le passerelle
Nesci rilancia poi la polemica sul piano politico: “Se Pitaro ha una colpa è quella di non amare l’esibizionismo e le passerelle di facciata”, contrapposte – a suo dire – a chi oggi muove critiche “strumentali”. Il lavoro del consigliere, sostiene, sarebbe invece concreto e orientato alla risoluzione dei problemi: “Ben presto i risultati saranno sotto gli occhi di tutti, così com’è già accaduto in passato”.
Opportuno chiedere scusa
La capogruppo di Noi Moderati conclude chiedendo pubblicamente le scuse della Grimaldi e dell’intero gruppo consiliare, con un riferimento diretto alla “testa (mal)pensante” che, secondo Nesci, avrebbe ispirato la nota dei Democratici e Riformisti. “Su questioni così delicate non si può e non si deve fare demagogia”, ribadisce.


