Omicidio Valenti, cadono le accuse per tre degli imputati

Il fatto di sangue si è verificato a San Calogero nel 2016. Accolta la tesi dei difensori: il quadro indiziario non è sufficiente a provare un concorso nell’omicidio né la falsità delle dichiarazioni alla polizia

Si chiude con tre assoluzioni il procedimento davanti alla Corte di Assise di Catanzaro relativo all’omicidio di Domenico Antonio Valenti, avvenuto il 15 agosto 2016 a San Calogero, in provincia di Vibo. I giudici hanno infatti dichiarato non colpevole Salvatore Barone, imputato per concorso nel delitto, e hanno assolto anche Natalina Lorella Sibio e Antonella Restuccia, figlia e moglie di Damiano Sibio Cosma – autore materiale dell’assassinio e ormai condannato in via definitiva – dall’accusa di aver reso false dichiarazioni alla polizia. La decisione recepisce integralmente le conclusioni dei difensori, gli avvocati Giovanni Vecchio, Sandro D’Agostino e Bruno Vallelunga.

Si chiude con tre assoluzioni il procedimento davanti alla Corte di Assise di Catanzaro relativo all’omicidio di Domenico Antonio Valenti, avvenuto il 15 agosto 2016 a San Calogero, in provincia di Vibo. I giudici hanno infatti dichiarato non colpevole Salvatore Barone, imputato per concorso nel delitto, e hanno assolto anche Natalina Lorella Sibio e Antonella Restuccia, figlia e moglie di Damiano Sibio Cosma – autore materiale dell’assassinio e ormai condannato in via definitiva – dall’accusa di aver reso false dichiarazioni alla polizia. La decisione recepisce integralmente le conclusioni dei difensori, gli avvocati Giovanni Vecchio, Sandro D’Agostino e Bruno Vallelunga.

Il delitto del 2016 e l’arresto di Barone

Il caso risale a quasi dieci anni fa. Secondo quanto confessato da Sibio ai carabinieri di San Calogero, Valenti fu raggiunto da diversi colpi d’arma da fuoco nel pomeriggio di Ferragosto 2016. Solo nel 2019, a distanza di tre anni, gli investigatori ipotizzarono un coinvolgimento di Barone, genero dell’assassino confesso, ritenendolo presente in auto insieme a Sibio durante l’agguato. Da qui l’arresto e l’avvio del percorso processuale poi sfociato nell’assoluzione odierna.

Un dibattimento complesso

Il processo ha impegnato la Corte per circa due anni, con l’escussione di funzionari di polizia giudiziaria e numerosi tecnici, tra cui esperti informatici e balistici. La difesa si è avvalsa anche della consulenza del dottor Angelo La Marca. L’attività dibattimentale ha evidenziato che la mole di elementi raccolti non era idonea a collocare Barone nel ruolo attribuitogli dall’accusa, ovvero quello dell’uomo che avrebbe accompagnato Sibio nel giorno dell’omicidio.

La pista alternativa

Decisivo, nel quadro difensivo, anche l’ampliamento delle fonti informative: gli avvocati hanno infatti prodotto la deposizione resa dal luogotenente Notaro, in servizio ai Ros di Catanzaro, durante il maxiprocesso “Rinascita Scott” il 16 novembre 2021. Il militare aveva riferito dell’esistenza di un’intercettazione in cui Pasquale Gallone raccontava a Domenico Paglianiti una serie di soprusi e pressioni che Valenti avrebbe esercitato nei confronti di Cosma Sibio (coimputato giudicato separatamente). Un elemento ritenuto utile a ricostruire il contesto in cui maturò l’omicidio, ma non a sostenere il presunto coinvolgimento di Barone.

Una vicenda giudiziaria lunga e articolata

Con la sentenza di oggi giunge a conclusione un percorso giudiziario durato anni, in cui – nella fase cautelare – sono stati necessari due passaggi in Cassazione per definire le misure restrittive. La fase dibattimentale, densa di analisi tecniche e testimonianze, si chiude dunque con un’assoluzione piena per tutti gli imputati ancora in giudizio.

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