A Sant’Onofrio non c’è famiglia che non serbi almeno un ricordo legato a lui. Per tutti era Micuccio, ma quel diminutivo conteneva un uomo di sorprendente autorevolezza morale, un educatore che ha formato generazioni e un riferimento stabile per la comunità. Oggi il paese gli restituisce un silenzio carico di gratitudine: Domenico Cugliari se n’è andato a 96 anni, lasciando un vuoto che è anche una traccia profonda.
Politica semplice e genuina
Politica semplice e genuina
La sua storia pubblica affonda nelle radici della politica semplice, genuina, di un tempo; fatta di militanza, confronto e impegno quotidiano. Eletto consigliere comunale nel novembre 1964 insieme al leader di quella coalizione che si è ritrovata attorno al suo leader, Italo Maragò. Una schiera di giovani – socialisti e comunisti insieme – con il fascio delle Spighe in pugno conquistò la guida del paese riuscendo a scalzare lo storico sindaco Vincenzo Lattari, democristiano, visionario. Micuccio Cugliari è stato assessore fino al 1975, portò nell’amministrazione la stessa fermezza gentile di quando guidava i bambini nei primi anni di scuola. Ma la sua presenza non si esaurì nel municipio. Da uomo del vecchio Pci, pilastro della sezione “Gregorio Crudo”, fu tra coloro che seppero dare voce e dignità alle istanze popolari nei momenti più delicati della storia locale.
Al fianco dei contadini del Farnito
Tra questi, uno resta scolpito nella memoria collettiva: la rivolta del Farnito. Fu allora che Micuccio, con lucidità politica e determinazione, guidò insieme ai contadini e alle loro famiglie la battaglia per difendere le terre, opponendosi alla cessione dei fondi al Consorzio di bonifica come voluto dai proprietari terrieri dell’epoca. Una mobilitazione civile e coraggiosa, che segnò un’intera stagione e che mostrò un tratto essenziale del suo carattere: la capacità di stare dalla parte delle persone, non per slogan ma per convinzione.
Il progetto di unire i Circoli
Accanto all’impegno politico, il suo fu anche un percorso ricco sul piano sociale e culturale. Socio fondatore e poi Presidente del Circolo Aurora, fu tra i promotori di un’idea allora rivoluzionaria: unificare il Circolo Aurora e il Circolo di Riunione, insieme all’ex sindaco, anche lui maestro elementare, Vincenzo Lattari. Due luoghi simbolici, due modi diversi di vivere la vita del paese. Micuccio immaginava che potessero diventare uno spazio comune, più grande, capace di superare divisioni radicate. Non accadde, ma resta la testimonianza di una visione sempre rivolta al futuro.
L’amico Paolo Petrolo
La sua politica era una politica del ragionamento, non del clamore. Lo ricorda bene Paolo Petrolo, che con lui condivideva le passeggiate serali in piazza Umberto I. Una frase tornava spesso, citata da Brecht: “Sfortunate le società che hanno bisogno di eroi.” In quelle parole si rifletteva l’essenza del suo pensiero: una comunità non cresce per miracoli individuali, ma per la responsabilità diffusa, per l’impegno quotidiano, per la solidarietà che si fa prassi.
Un punto di riferimento
Questa è l’eredità più grande che Micuccio Cugliari lascia a Sant’Onofrio. Non soltanto gli alunni diventati adulti, con un modo di guardare il mondo che lui ha contribuito a modellare. Non soltanto le lotte, le amministrazioni, i circoli culturali. Ma l’idea che un paese è davvero tale quando riesce a tenersi unito, quando difende ciò che è giusto, quando sa immaginare ciò che ancora non c’è. Sant’Onofrio oggi lo piange, ma soprattutto lo riconosce come uno dei suoi punti cardinali. Perché ci sono persone che non costruiscono monumenti: costruiscono coscienze. Micuccio è stato una di queste. (foto Melissandra)


