Meridionale Petroli, il porto conteso: Vibo resta sola alla Conferenza dei servizi

Sedie vuote e assenze pesanti al tavolo convocato dall’Autorità portuale. Il Comune ribadisce il no al rinnovo ventennale e chiede una clausola vincolante per la delocalizzazione: in gioco sicurezza, ambiente e futuro turistico di Vibo Marina

Una Conferenza dei servizi semivuota, ma una posta in gioco enorme. È lo scenario che si è presentato a Gioia Tauro, dove l’Autorità portuale ha convocato il tavolo chiamato a esaminare la richiesta di rinnovo per altri vent’anni della concessione demaniale a Meridionale Petroli, il deposito di idrocarburi che da decenni occupa le banchine del porto di Vibo Marina. Uno stabilimento che, nei fatti, ha rappresentato un freno strutturale a qualsiasi ipotesi di sviluppo alternativo, a partire dal turismo.

La posizione del Comune

La posizione del Comune

A sostenere la linea indicata in modo compatto dall’intero Consiglio comunale di Vibo Valentia – che ha votato un ordine del giorno chiaro, affidando al sindaco il mandato di perseguire in ogni sede la delocalizzazione dell’impianto – sono rimasti solo il sindaco Enzo Romeo e il delegato al Porto Silvio Pisani. Hanno ribadito e integrato le motivazioni già formalmente trasmesse: una posizione netta, fondata soprattutto sui profili di rischio e di pericolo che un impianto di questo tipo comporta, anche alla luce di incidenti e criticità registrati negli ultimi anni in altre parti del Paese.

Delocalizzare a Portosalvo

Non meno rilevanti le questioni legate agli accessi – una sola strada di ingresso e uscita – e alle condizioni ambientali. Meridionale Petroli, nel recente passato, è finita anche sotto sequestro per vicende legate all’inquinamento. Elementi che, per il Comune, rendono non più rinviabile la scelta della delocalizzazione nella vicina area industriale di Portosalvo, chiedendo all’Autorità portuale di inserire una clausola chiara e vincolante in questa direzione.

Assenze pesanti al tavolo

Alla Conferenza dei servizi erano presenti i rappresentanti della società, che tuttavia non hanno potuto assistere ai lavori in quanto parte direttamente interessata. Ma a colpire, ancora una volta, sono state le assenze istituzionali: Regione Calabria, Asp e Provincia. Un segnale politico tutt’altro che secondario, che conferma come, quando si parla di territorio e di sviluppo del Vibonese, l’attenzione cali drasticamente. Nonostante questo isolamento, l’amministrazione comunale ha ribadito con forza la propria posizione. L’obiettivo resta uno solo: spingere verso la delocalizzazione. Una scelta che aprirebbe per Vibo Marina e per l’intero Comune scenari nuovi e concreti di sviluppo turistico, già oggi chiaramente visibili all’orizzonte.

Apertura del ministero

La Conferenza dei servizi avrà ora 45 giorni per proseguire l’istruttoria sul caso Meridionale Petroli. Un elemento di peso, però, c’è: dal Ministero è arrivata un’apertura esplicita alla delocalizzazione, una leva politica e istituzionale che rafforza la posizione del Comune. Su quanto accaduto al tavolo e sul rischio che Vibo Valentia venga lasciata sola in questa battaglia decisiva, il sindaco Enzo Romeo potrebbe riferire già nei prossimi giorni in Consiglio comunale, a Palazzo Luigi Razza, in apertura di una seduta già convocata per affrontare altri punti all’ordine del giorno. Una discussione che, questa volta, va ben oltre la cronaca amministrativa: riguarda il modello di sviluppo e il futuro stesso della città.

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