Dalle piazze ai palazzi, dalle proteste alle carte ufficiali. Il decreto firmato dal Commissario ad acta per la sanità calabrese Roberto Occhiuto e dai subcommissari Ernesto Esposito e Iole Fantozzi rappresenta il primo atto concreto che segue le mobilitazioni del 3 dicembre scorso davanti alla Prefettura di Vibo Valentia e il successivo confronto istituzionale con i sindaci del territorio. Un provvedimento che mette nero su bianco risorse, criteri e destinazioni, e che per la sanità vibonese vale 7.597.855,91 euro, una delle quote più consistenti assegnate in Calabria.
Dalla protesta al tavolo istituzionale
Dalla protesta al tavolo istituzionale
Il 3 dicembre 2025, davanti alla Prefettura di Vibo Valentia, sindaci, organizzazioni sindacali, associazioni di volontariato e cittadini hanno denunciato pubblicamente le gravi criticità dell’offerta sanitaria provinciale: carenza di prestazioni, tempi di attesa insostenibili, migrazione sanitaria crescente verso altre province calabresi. Un quadro ribadito poche ore dopo nel confronto istituzionale con il Prefetto e, nei giorni successivi, nel dialogo diretto con il subcommissario alla sanità Ernesto Esposito, fino al vertice tenutosi alla Cittadella regionale di Catanzaro con il comitato ristretto dei sindaci della Conferenza dei sindaci di Vibo Valentia. È proprio questo percorso che viene richiamato esplicitamente nel decreto, quando si dà atto che l’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia ha rappresentato formalmente “l’urgente necessità di potenziare l’offerta sanitaria per soddisfare i fabbisogni dei propri utenti”.
Fondi Covid non spesi
Il cuore del provvedimento riguarda l’utilizzo di 40.284.591,70 euro, risorse stanziate tra il 2020 e il 2021 per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19 e rimaste nei bilanci della Gestione Sanitaria Accentrata (GSA) della Regione Calabria. Grazie al decreto legge 19 ottobre 2024, n. 155, convertito nella Legge 9 dicembre 2024, n. 189, queste somme possono essere utilizzate fino al 31 dicembre 2025 per un obiettivo preciso: ridurre le liste di attesa per visite specialistiche, esami diagnostici e ricoveri programmati. Le risorse provengono da diversi provvedimenti emergenziali adottati durante la pandemia, tra cui: il Decreto Legge 18 del 2020 (“Cura Italia”), il decreto legge 34 del 2020 (“Rilancio”) e altri interventi minori successivi.
Il criterio: meno attese, più risorse
Il decreto introduce un elemento centrale: la ripartizione dei fondi non avviene in modo automatico o uniforme, ma sulla base di un indicatore che misura l’andamento dei tempi di attesa tra il 2024 e il 2025. In sostanza, vengono premiate: le aziende che hanno aumentato la produzione di prestazioni sanitarie; quelle che hanno messo in campo piani concreti di recupero delle liste di attesa; i territori dove è più forte il fenomeno della migrazione sanitaria interna, cioè lo spostamento dei pazienti verso altre province per curarsi. Un criterio che riconosce implicitamente le difficoltà strutturali di alcune aree, tra cui proprio Vibo Valentia.
Quanto assegnato a Vibo Valentia
Alla Asp di Vibo Valentia vengono assegnati 7.597.855,91 euro, una cifra che colloca l’azienda tra le principali beneficiarie del riparto regionale. Nel dettaglio: 600.000 euro erano stati richiesti esplicitamente dall’Asp vibonese per progetti immediati di incremento delle prestazioni entro il 31 dicembre 2025; la restante parte rientra nella distribuzione complessiva dei fondi Covid residui, calcolata sulla base dei tempi di attesa, dei volumi di attività e delle dimensioni dell’azienda. L’obiettivo dichiarato è potenziare l’offerta sanitaria pubblica, riducendo la necessità per i cittadini vibonesi di spostarsi fuori provincia per ottenere visite ed esami.
La mappa regionale dei fondi
La lettura della tabella allegata al decreto restituisce la fotografia delle priorità regionali: Asp di Cosenza: 8.644.960,98 euro; Asp di Vibo Valentia: 7.597.855,91 euro; Asp di Crotone: 6.079.786,05 euro; Asp di Catanzaro: 5.303.213,84 euro; Asp di Reggio Calabria: 4.495.118,03 euro; Azienda Ospedaliera Universitaria “Renato Dulbecco” di Catanzaro: 3.294.546,01 euro; Azienda Ospedaliera Annunziata di Cosenza: 2.510.428,33 euro; Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria: 1.858.682,55 euro. A questi si aggiungono 500.000 euro destinati ad Azienda Zero, la struttura regionale che coordina e monitora il sistema sanitario calabrese, per sostenere i costi dei progetti di controllo e governo delle liste di attesa.
Cosa prevede concretamente il decreto
Autorizza formalmente l’uso dei fondi Covid residui; stabilisce che le risorse vengano trasferite alle aziende sanitarie tramite provvedimenti del Dipartimento Salute e Welfare; vincola l’impiego delle somme alla riduzione effettiva dei tempi di attesa; prevede il monitoraggio dei risultati ottenuti; invia l’atto ai Ministeri della Salute e dell’Economia e delle Finanze nell’ambito del Piano di rientro dal disavanzo sanitario della Calabria.
Ma la partita resta aperta
Per Vibo Valentia il decreto rappresenta un segnale politico e amministrativo chiaro: le criticità denunciate nelle piazze e nei tavoli istituzionali sono state riconosciute e tradotte in risorse. Resta ora il nodo decisivo: trasformare i fondi in prestazioni reali, accorciando davvero le liste di attesa e ricostruendo la fiducia dei cittadini in un sistema sanitario che, da anni, vive una condizione di emergenza strutturale. Le proteste hanno aperto una breccia. Il decreto segna un passaggio. Il giudizio, come sempre, sarà sui risultati.


