Duro affondo di “Ali di Vibonesità” contro il presidente della Regione Calabria e commissario ad acta alla sanità, Roberto Occhiuto, dopo l’approvazione del decreto numero 350 del 18 dicembre, pubblicato nei giorni scorsi, che dispone il riparto di oltre 40 milioni di euro di risorse residue per il sistema sanitario regionale. Un provvedimento che l’associazione definisce “deludente” e che, secondo la stessa, “conferma ancora una volta la distanza della Cittadella regionale da Vibo Valentia e dal suo territorio”.
Occasione mancata
Occasione mancata
Per ‘Ali di Vibonesità’ si tratta dell’”ennesima occasione mancata. Chi si aspettava – spiegano – un segnale concreto capace di restituire fiducia a un’area che vive una delle crisi sanitarie più gravi della Calabria, si è trovato di fronte a quello che viene definito un semplice ‘documento Calabria’ e non un necessario e specifico ‘Documento Vibo'”. Una scelta che, secondo l’associazione, “penalizza ulteriormente l’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia”, ritenuta la “più colpita e fragile dell’intero sistema regionale”.
La “cultura del contentino”
Nel comunicato si sottolinea come il presidente Occhiuto, “anziché privilegiare la condizione disastrosa della sanità vibonese”, avrebbe fatto “ricorso a una ‘cultura del contentino’, lasciando nella delusione cittadini che nutrivano speranze anche alla luce dell’iniziativa del 3 dicembre scorso promossa dalla prefetta Anna Aurora Colosimo”. Da qui l’accusa di “tradimento nei confronti di un territorio” che, secondo ‘Ali di Vibonesità’, “vede calpestati diritti fondamentali e dignitosi”.
Collaboratori “non all’altezza”
L’associazione critica inoltre l’”affidamento di ruoli e funzioni a collaboratori” ritenuti “non all’altezza delle reali esigenze dei cittadini”, denunciando al contempo lo “scarso ascolto riservato al lavoro portato avanti da associazioni e cittadini”. In particolare viene richiamato l’impegno del Forum del Terzo Settore, guidato dal portavoce provinciale Pino Conocchiella, “una delle voci più costanti nel richiamare l’urgenza di salvare la sanità pubblica vibonese da una crisi definita devastante”.
Delega a Esposito
Nel mirino finisce anche la delega al sub commissario Ernesto Esposito, ritenuta da ‘Ali di Vibonesità’ una “scelta che contribuisce ad allontanare ulteriormente l’attenzione dalla grave situazione di Vibo Valentia e del suo comprensorio”, che viene rivendicato come “territorio con pari diritti rispetto a Cosenza, Catanzaro, Reggio Calabria e Crotone”.
Conferenza dei Sindaci nel mirino
Forte anche la presa di distanza nei confronti della Conferenza dei Sindaci, accusata di “aver accolto con soddisfazione il mancato ‘Documento Vibo’ e di essersi accontentata di un comportamento” giudicato “insufficiente” rispetto all’emergenza in atto. Un’emergenza che, secondo l’associazione, “sta portando al rischio di chiusura degli ospedali di Tropea e Serra San Bruno e al perdurare di una situazione drammatica a Nicotera, dove i cittadini continuano a vivere l’incubo di trasferimenti difficoltosi verso Vibo o altre strutture in caso di urgenze sanitarie”.
Da qui l’appello finale: per ‘Ali di Vibonesità’ “è tempo di prendere atto che la ‘cultura del contentino’ non funziona e che servono scelte nette e mirate. In caso contrario – avverte l’associazione – la mobilitazione e la lotta per i diritti sanitari del territorio vibonese sono destinate a proseguire”.
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