Voli “allungati” sui biglietti per evitare i rimborsi: esposto del Codacons contro le compagnie aeree

Secondo l'associazione dei consumatori, numerose compagnie aeree indicherebbero durate di volo superiori a quelle reali per ridurre il rischio di risarcimenti ai passeggeri in caso di ritardo
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Allungare i tempi del volo sul titolo di viaggio per non dover pagare risarcimenti ai viaggiatori in caso di ritardi. Sarebbe questa, secondo il Codacons, una pratica scorretta seguita da “numerose compagnie aeree” per ottenere risparmi che si stima oscillare fra i 170/200 milioni l’anno.

Allungare i tempi del volo sul titolo di viaggio per non dover pagare risarcimenti ai viaggiatori in caso di ritardi. Sarebbe questa, secondo il Codacons, una pratica scorretta seguita da “numerose compagnie aeree” per ottenere risparmi che si stima oscillare fra i 170/200 milioni l’anno.

Dopo lo scoppio del caso e diverse segnalazioni, l’organizzazione dei Consumatori ha presentato un esposto alle autorità competenti, Antitrust e Enac, chiedendo di aprire un’istruttoria “affinché svolgano accertamenti nell’interesse degli utenti del trasporto aereo”. 

Nelle prassi scorrette evidenziate dal Codacons vi sarebbero scostamenti che vanno dai 70 minuti nelle tratte a lungo raggio, come ad esempio il Roma-Miami, a 40-45 minuti nelle tratte a medio raggio, 20 minuti su quelli più brevi. Per fare qualche esempio il volo tra Milano Malpensa e New York viene indicato a 9 ore e 15 minuti mentre impiega effettivamente 39 minuti in meno. Il Roma-Buenos Aires dichiarato a 14 ore ma impiega 13 ore e 10 minuti, quindi 50 minuti in meno. Roma-Instambul allunga i tempi reali di 25 minuti, Venezia-Amsterdam di 24, il Milano-Atene di 23 minuti, il Fiumicino-Madrid di 22 minuti.

Si tratta, evidenzia il Codacons nell’esposto, “di condotte idonee a comprimere i diritti dei passeggeri e ad alterare il corretto equilibrio tra vettori e utenti finali, in aperto contrasto con la normativa europea e nazionale a tutela del consumatore”.

“Grazie alla pratica di indicare tempi di volo più lunghi di quelli reali, le compagnie si mettono al riparo dalle richieste di risarcimento da ritardo aereo che solo in Italia valgono tra i 170 e i 200 milioni di euro annui coinvolgendo 650mila viaggiatori” fa sapere infatti il Ceo della società specializzata in trasporto aereo e assistenza ai passeggeri, RimborsoAlVolo, Giuseppe Conversano. 

Prassi diffusa

Infatti rincara il Codacons, una prassi sempre più diffusa da parte di numerose compagnie aeree consisterebbe infatti “nell’indicare, salvo errore, già in fase di vendita del biglietto e sui titoli di viaggio, una durata del volo significativamente superiore rispetto a quella effettivamente riscontrabile sulla base dei dati ufficiali di volo, che ricadrebbe sotto il nome di ‘padding’“.

Tale prassi comporterebbe scostamenti particolarmente rilevanti tra tempo di volo dichiarato e tempo di volo reale, con differenze che arriverebbero fino a circa 70 minuti sui voli intercontinentali e fino a circa 45-50 minuti su tratte europee e medio raggio, a parità di compagnia, aeromobile e giornata operativa” si legge nell’esposto.

“In particolare, la sistematica indicazione, in fase di acquisto del titolo di viaggio, di durate di volo superiori a quelle effettivamente riscontrabili nella prassi operativa apparirebbe idonea a incidere in modo significativo sull’esercizio dei diritti dei passeggeri, con specifico riferimento alla maturazione dell’indennizzo per ritardo previsto dalla normativa europea, determinando un ingiustificato sacrificio delle tutele riconosciute agli utenti del trasporto aereo”. 

Per il Codacons queste condotte, assumerebbero “rilievo centrale sotto il profilo della tutela dei consumatori, poiché la durata del volo e il conseguente orario di arrivo costituiscono informazioni essenziali e qualificanti del servizio di trasporto aereo, idonee a incidere in modo determinante sia sulle scelte economiche dell’utente sia sull’esercizio dei diritti nascenti dal contratto di trasporto”. 

Pratica ingannevole

Inoltre indicare una durata di volo non corrispondente a quella effettiva, “potrebbe integrare una pratica commerciale ingannevole, quantomeno sotto il profilo della modalità di presentazione dell’informazione o dell’omissione di dati rilevanti” al cliente con l’effetto di indurre “il passeggero a una rappresentazione non corretta delle caratteristiche principali del servizio offerto”.

“Quando un aereo arriva a destinazione con oltre 3 ore di ritardo rispetto l’orario indicato sul biglietto, il passeggero ha diritto ad un indennizzo che parte da 250 euro per voli che coprono una distanza inferiore ai 1.500 km, e arrivano a 600 euro per collegamenti con distanze superiori a 3.500 km” ricordano da RimborsoAlVolo. (Ansa)

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