L’amministrazione comunale di Nicotera non sarà sciolta e il sindaco Pino Marasco, quorum permettendo, potrà restare alla guida di palazzo Convento per altri cinque anni. A deciderlo, con proprio decreto, è stato il ministro dell’interno Matteo Piantedosi per il quale «all’esito delle complessive attività di verifica, non sono compiutamente emersi nei confronti dell’amministrazione comunale, gli elementi concreti, univo e rilevanti richiesti dall’art. 143, comma 1, del decreto legislativo n.267/2000, idonei all’adozione del provvedimento dissolutorio».
La città si salva dal temuto quarto scioglimento consecutivo che le sarebbe valso il primato nella graduatoria degli enti sciolti per mafia e può guardare al futuro con un pizzico d’ottimismo in più. Il mancato scioglimento, tuttavia, non modifica la negatività del sistema. Per certi versi l’aggrava. Gli elementi per alzare il tiro contro una tendenza che penalizza da sempre intere collettività senza punire gli eventuali protagonisti degli addebiti mossi ad amministratori e dipendenti dalle commissioni d’accesso sono riscontrabili nello stesso decreto con cui il ministro Piantedosi ha chiuso il procedimento nei confronti del Comune di Nicotera.
Nelle premesse dello stesso, infatti, emerge che la commissione d’accesso aveva concluso il proprio lavoro in data 19 marzo 2024 e che il prefetto di Vibo aveva inoltrato la sua relazione al ministero dell’Interno in data 28 marzo 2024. Nella stessa relazione il prefetto Giovanni Paolo Grieco proponeva lo scioglimento o l’ “assoluzione” dell’amministrazione comunale di Nicotera? Nel primo caso sarebbe giustificabile il ritardo delle decisioni ministeriali, nel secondo caso assolutamente no. Il ministro Piantedosi avrebbe avuto tutto il tempo per emanare prima il decreto di conclusioni indagini dando la possibilità alla cittadinanza nicoterese di partecipare alla campagna elettorale magari presentando altre liste ed evitando di lasciare in campo il solo schieramento del sindaco uscente. Il temporeggiamento del ministro viene, ora, letto come un ulteriore attacco alla democrazia, un modo inaccettabile di privare gli elettori della loro libertà di scelta. La questione, a bocce ferme, merita un’attenta riflessione. Il pallino torna in mano alla politica che…non c’è.
Ora, l’unico dato certo è che la lista “Rinascita nicoterese”, seppur incompleta, dovrà farsi carico di gestire il futuro del territorio per un altro mandato.