Abramo Customer Care, 400 dipendenti a rischio licenziamento. Protesta davanti alla sede Tim

A fine giugno scade la proroga della convenzione e il sindacato teme che i dipendenti rischiano il posto di lavoro

Sono stati circa 400 i lavoratori della Abramo Customer Care che stamane hanno manifestato davanti al centro Tim di Catanzaro per richiamare l’attenzione delle istituzioni e della Tim sulla loro situazione.

A fine giugno infatti scade l’ultima proroga del contratto con la Tim e i mille dipendenti rischiano il licenziamento per la crisi del settore dei call center e la fine delle commesse. Alla manifestazione, promossa dai sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Telecomunicazioni, hanno partecipato lavoratori provenienti dalle sedi di Settingiano, Crotone e Montalto Uffugo.
Al loro fianco anche i sindaci di Catanzaro e Crotone, Nicola Fiorita e Vincenzo Voce.
<Si tratta – ha detto Fiorita – di una grandissima difficoltà, in una città come la nostra, dove il lavoro vale triplo perché chi lo perde poi non lo ritrova più. Noi abbiamo partecipato molto volentieri al Consiglio comunale di Crotone. Ritengo che sia necessario adottare tutte le misure per dare ossigeno a questi lavoratori. Devo dire che la Regione sta facendo tutto il possibile da questo punto di vista. Queste però sono misure emergenziali che possono dare il tempo per arrivare a una misura strutturale che va ricercata con grandissimo coraggio anche immaginando che si possano affidare a personale qualificato come quello che ha lavorato fino ad oggi per la Tim, servizi che possono essere svolti per la Regione o altri enti, per garantire la vera sopravvivenza di queste famiglie. Le istituzioni stanno facendo la loro parte, adesso deve farlo Tim per dare il tempo di trovare soluzioni strutturali>.
<La criticità – ha aggiunto il sindaco di Crotone Vincenzo Voce – è sotto gli occhi di tutti.
Tim deve rendersi conto che i volumi di traffico devono andare ai nostri lavoratori. Che non pensassero di distribuirli in altri centri. Non possiamo permetterci di perdere nemmeno un lavoratore. Dobbiamo unire le forze per portare a casa un risultato che si sta protraendo ormai da troppo tempo. Sono tre anni che viviamo questa situazione da incubo. Dobbiamo salvare i posti di lavoro e concentrarci su questo obiettivo. Di sicuro il presidente Occhiuto sta facendo tanto, ma qui serve l’intervento del governo. Per situazioni simili, con poche decine di lavoratori, convocano tavoli su tavoli e qui sembra che ci siano lavoratori di serie A e di serie B. Noi non molliamo, vedremo come continuare la protesta, perché ripeto i volumi di traffico devono restare a questi lavoratori>.
Per i sindacati si tratta di <una mobilitazione che continuerà per avere delle risposte dal committente che è Tim. Occorre una maggiore sensibilità da parte della politica a tutti i livelli. Roberto Occhiuto e l’assessore regionale al lavoro Giovanni Calabrese stanno seguendo la vicenda per mettere a terra una potenziale soluzione. Inevitabile che il tavolo che stiamo chiedendo al ministero sarà quello all’interno del quale si dovrà comunque trovare una soluzione per mettere al sicuro il perimetro occupazionale di mille lavoratori di questa regione che già soffre dal punto di vista del lavoro. Si parla a livello nazionale, giustamente, di vertenze che riguardano anche 100-150 persone, è preoccupante che qui ci siano mille posti di lavoro nell’incertezza e se ne parli poco>. (ansa)

A fine giugno infatti scade l’ultima proroga del contratto con la Tim e i mille dipendenti rischiano il licenziamento per la crisi del settore dei call center e la fine delle commesse. Alla manifestazione, promossa dai sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Telecomunicazioni, hanno partecipato lavoratori provenienti dalle sedi di Settingiano, Crotone e Montalto Uffugo.
Al loro fianco anche i sindaci di Catanzaro e Crotone, Nicola Fiorita e Vincenzo Voce.
<Si tratta – ha detto Fiorita – di una grandissima difficoltà, in una città come la nostra, dove il lavoro vale triplo perché chi lo perde poi non lo ritrova più. Noi abbiamo partecipato molto volentieri al Consiglio comunale di Crotone. Ritengo che sia necessario adottare tutte le misure per dare ossigeno a questi lavoratori. Devo dire che la Regione sta facendo tutto il possibile da questo punto di vista. Queste però sono misure emergenziali che possono dare il tempo per arrivare a una misura strutturale che va ricercata con grandissimo coraggio anche immaginando che si possano affidare a personale qualificato come quello che ha lavorato fino ad oggi per la Tim, servizi che possono essere svolti per la Regione o altri enti, per garantire la vera sopravvivenza di queste famiglie. Le istituzioni stanno facendo la loro parte, adesso deve farlo Tim per dare il tempo di trovare soluzioni strutturali>.
<La criticità – ha aggiunto il sindaco di Crotone Vincenzo Voce – è sotto gli occhi di tutti.
Tim deve rendersi conto che i volumi di traffico devono andare ai nostri lavoratori. Che non pensassero di distribuirli in altri centri. Non possiamo permetterci di perdere nemmeno un lavoratore. Dobbiamo unire le forze per portare a casa un risultato che si sta protraendo ormai da troppo tempo. Sono tre anni che viviamo questa situazione da incubo. Dobbiamo salvare i posti di lavoro e concentrarci su questo obiettivo. Di sicuro il presidente Occhiuto sta facendo tanto, ma qui serve l’intervento del governo. Per situazioni simili, con poche decine di lavoratori, convocano tavoli su tavoli e qui sembra che ci siano lavoratori di serie A e di serie B. Noi non molliamo, vedremo come continuare la protesta, perché ripeto i volumi di traffico devono restare a questi lavoratori>.
Per i sindacati si tratta di <una mobilitazione che continuerà per avere delle risposte dal committente che è Tim. Occorre una maggiore sensibilità da parte della politica a tutti i livelli. Roberto Occhiuto e l’assessore regionale al lavoro Giovanni Calabrese stanno seguendo la vicenda per mettere a terra una potenziale soluzione. Inevitabile che il tavolo che stiamo chiedendo al ministero sarà quello all’interno del quale si dovrà comunque trovare una soluzione per mettere al sicuro il perimetro occupazionale di mille lavoratori di questa regione che già soffre dal punto di vista del lavoro. Si parla a livello nazionale, giustamente, di vertenze che riguardano anche 100-150 persone, è preoccupante che qui ci siano mille posti di lavoro nell’incertezza e se ne parli poco>. (ansa)

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