Ci siamo. Tra oggi e domani il neo sindaco Enzo Romeo di Vibo Valentia potrebbe chiudere il cerchio e annunciare la Giunta. Esecutivo politico a tutto tondo che dovrà assumersi la responsabilità di amministrare una città che da anni, ormai, scivola sempre più giù. Dal giorno della scelta del sindaco, ovvero il 24 giugno, nelle forze politiche dell’area di centrosinistra e nel M5S si è scatenato un dibattito (si fa per dire) piuttosto infuocato. Come a voler significare che il “lupo cambia il pelo ma non il vizio”. Così la sinistra (in particolare il Pd) è tornata a farsi male da sola, facendo riemergere in tutta la sua interezza ambizioni ed ingordigia di potere, tutela delle proprie poltrone, assenza totale autorevolezza, di una vera e propria leadership. Comportamenti che non hanno nulla da invidiare al centrodestra del recente passato. Per non parlare del Movimento 5 Stelle perché le cronache di questi giorni lo dimostrano abbondantemente considerato che c’è chi si proclama uno dei maggiori esperti di Urbanistica a livello regionale. Concetto che potrebbe essere anche condiviso ma sicuramente da censurare quando l’opinione e l’apprezzamento professionale vengono pretesi.
Ma al di là delle discussioni che sono nate attorno alla formazione del nuovo esecutivo e che non lasciano intravedere nulla di buono, i nomi che ormai circolano sono quelli del primo giorno. In fondo il responso elettorale, al di là di meriti, capacità, interessi personali o di apparati, è stato chiaro e la rosa si stringe ad Antonio Iannello, vecchio esponente del Pd, presidente del Consiglio; mentre nell’esecutivo dovrebbero entrare Stefano Soriano e Laura Pugliese (Pd); Marco Miceli e Luisa Santoro (M5S), Loredana Pilegi (Progressisti) Lorenza Scrugli, Marco Talarico e Salvatore Monteleone (Progetto Vibo). Manca all’appello l’esperto che il sindaco intende nominare lui personalmente.
Per il resto i giochi sembrano essere fatti e sulla carta non ci sono novità. In sostanza le urne hanno detto questo e il sindaco intende rispettare questa decisione politica.
C’è solo da augurarsi che la squadra ragioni in maniera ambiziosa, alla pari dei loro egoismi e delle loro pretese. Altrimenti non rimane altro che rassegnarsi. Perché nessuno se ne accorgerà che al centrodestra sia subentrato il centrosinistra.