A poco più di dieci mesi dall’invio della commissione d’accesso agli atti (18 settembre 2023), il Consiglio dei ministri manda a casa l’intero consiglio comunale di Stefanaconi e per 18 mesi, salvo proroghe, la gestione dell’Ente passerà nelle mani di una terna che tutti speravano non arrivasse più. In effetti, dallo scorso settembre ad oggi, tutta l’attenzione si è concentrata su altri grossi centri del Vibonese e Stefanaconi ha vissuto d’attesa e di speranza. Nel frattempo, è saltata Tropea, è stata “assolta” Nicotera. Ora “tremano” l’Asp, Mileto e Filadelfia. Aver compagni al duol, però, non scema la pena. Tutt’altro. Amministratori e cittadini appaiono disorientati. Tutti s’interrogano sul futuro di un paese che, proprio grazie all’impegno degli amministratori defenestrati, stava cominciando…a riveder le stelle. L’amarezza regna sovrana a quasi 360° e il sindaco Salvatore Solano, sottolinea di voler lottare “per far prevalere verità e giustizia, che sono le mie stelle polari” e ribadisce l’intenzione <di non far un passo indietro sino a quando non sarà la verità a demarcare il confine tra lo Stato e l’Antistato>.
Ieri, ancora ignaro del responso romano, aveva partecipato alla Conferenza dei sindaci disertata da 36 componenti su 50, in gran parte vicini al consigliere regionale Michele Comito. La sua voce s’era levata imperiosa per dare sostegno al primo cittadino del capoluogo Enzo Romeo e per puntare l’indice contro chi alla sostanza (sanità vibonese cenerentola della Calabria) aveva preferito la forma (presunta illegittimità nella convocazione della Conferenza). <Occorre trovare una cura immediata – aveva ancora sostenuto intervenendo – perché il territorio sta morendo. Con l’autonomia differenziata che ormai è legge qui sarà la fine, tutto si giocherà sulla pelle dei cittadini. Quindi – aveva concluso – pensiamo ad un atto di forza perché altre riunioni sono inutili. La gente non ce la fa più>.
Lasciato palazzo “Luigi Razza”, sede municipale, lo raggiungeva la sconfortante notizia proveniente da Roma: la sua carriera politica subisce una pesante battuta d’arresto. Se al Tar e al Consiglio di Stato non riuscirà a far valere le sue ragioni, per Salvatore Solano potrebbe essere la fine della sua carriera politico-amministrativa che lo aveva visto anche presidente della Provincia.


Cuore gonfio d’amarezza anche per il giovane e valido vicesindaco di Stefanaconi Emanuele Franzè. Nel maggio 2022, veniva rieletto in consiglio e il sindaco Solano premiava il suo impegno e le sue capacità aggiungendo alla carica di assessore, che aveva già ricoperto nel primo mandato, anche la delega di vicesindaco. Ora, un semplice dictat governativo spezza i suoi programmi e i suoi sogni. <Attendiamo di sapere – afferma – come e in che modo la criminalità organizzata ha condizionato le nostre scelte. Quello che è successo merita un’attenta riflessione. Non si può smantellare una reputazione di un amministratore e rovinare così una comunità partendo da presunzioni scollegate dalla realtà. Siamo fieri di quello che abbiamo realizzato – continua- Noi tutti cammineremo a testa alta, fermi sempre sui nostri principi di legalità e del rispetto delle regole. Attendiamo di sapere – prosegue – le motivazioni con serenità e con la consapevolezza di aver dato tutto per il nostro paese. Siamo pronti, insieme al Sindaco, a fare una battaglia affinché la verità venga a galla>.
La delusione pervade le sue parole, non sa darsi pace. Guardando agli anni passati a curare gli interessi della comunità, non trova momenti o atti o progetti non gestiti nel rispetto della legalità. <In una Provincia dove non c’è sanità, non c’è depurazione, non ci sono servizi, non ci sono tutele – sostiene – il problema è chi ha dato dimostrazione di saperci fare, con legalità e onestà! Oggi qualcuno ha deciso – aggiunge – nel nome della legge, di commissariare la democrazia, ma nessuno potrà commissariare i nostri sogni e quelli di chi ha creduto in una realtà migliore di come l’abbiamo trovata, realizzandola!>.