La tutela dell’ambiente non ha confini: Nicotera, San Ferdinando e Rosarno ora fanno rete

L'idea è nata nel corso del convegno tenutosi nel Chiostro del Municipio di Nicotera e organizzato dall'associazione Ddt

I Comuni di Nicotera, Rosarno e San Ferdinando pronti a confrontarsi per avviare un programma condiviso mirato non solo a tutelare il territorio e l’ambiente, ma anche a fare rete per valorizzare l’enorme patrimonio di beni culturali presenti sulle due sponde del fiume Mesima. Occasione per aprire le porte all’interessante dibattito è stato un convegno tenutosi nel Chiostro del Municipio di Nicotera e organizzato dall’associazione “Difesa Diritti del Territorio” in collaborazione con il Wwf e Italia Nostra sul tema “Ambiente e territorio: mare, spiagge, foce del Mesima e beni culturali, un patrimonio da difendere e valorizzare”.
Quasi due ore di dibattito seguìto con grande interesse dal numeroso pubblico presente che non ha lesinato applausi ai relatori per i loro interventi di chiaro spessore culturale. Ad avviare le riflessioni sugli elementi comuni alle tre realtà territoriali è il sindaco di Rosarno, Pasquale Cutrì che ricostruisce la storia dell’antica Medma e delle dispute contemporanee sulla sua esatta collocazione. Dispute che, a suo dire, non hanno motivo d’esistere perché, sulla scorta degli scavi effettuati da Paolo Orsi all’inizio del Novecento e degli studi fatti da Salvatore Settis in epoca recente, appare chiaro che il nucleo centrale di Medma si estendeva sulla sponda sinistra del Mesima.

Si riparte da Medma

Si riparte da Medma

Il primo cittadino rosarnese aggiunge, però, che, verosimilmente, l’abitato medmeo si allungava sino a Nicotera dove, con ogni probabilità, si trovavano l’emporio e lo scalo portuale. La sua versione non trova contestazioni tra i presenti. Anzi, Giuseppe Calopresti, vicepresidente della Ddt, pigliando la palla al balzo, avvalora quanto detto dal sindaco Cutrì e lancia il progetto della sua associazione mirato proprio a instaurare rapporti di collaborazione tra i tre centri che gravitano sulla foce del Mesima al fine di valorizzare i beni culturali di cui gli stessi possono fregiarsi a piene mani. Poi, l’attenzione si sposta sulla questione ambientale ed è il sindaco di San Ferdinando, Luca Gaetano, ad accendere i riflettori su tutto l’operato della sua amministrazione che sta dando priorità assoluta alla lotta all’inquinamento e a tutte le forme di inciviltà che deturpano l’immagine del centro rivierasco.
Una lotta che ha innescato il principio della tolleranza zero contro chiunque aggredisca l’ambiente senza curarsi delle conseguenze. Totale la sua adesione al progetto messo in campo dalla Ddt per abbattere ogni sterile campanilismo e dar vita a un nuovo modo di leggere la realtà territoriale.

Fiume Mesima in primo piano

L’adesione arriva anche dall’amministrazione comunale di Nicotera, rappresentata dall’assessore all’Ambiente Francesco Antonio La Malfa, che apre senza problemi al dialogo e sottolinea la volontà di consolidare i rapporti col Wwf e legare il territorio nicoterese alla Riserva naturale foce del Mesima. Applausi e consensi anche per il capitano di fregata Mario Scandura, responsabile del Settore operativo della Capitaneria di Porto di Gioia Tauro, che spiega ai presenti le strategie poste in essere dalla sua struttura per controllare, per mare e per terra, nonché facendo ricorso a strumentazioni di ultima generazione, tutto l’ambito di competenza.

La biologa Jasmine De Marco

Dovizie di informazione arrivano anche dal presidente provinciale del Wwf, Guglielmo Galasso, che sintetizza tutta l’attività della sua associazione e tutte le strategie che accompagneranno l’operato della “Riserva naturale foce del Mesima”. Su questa tema, però, attenzione e consensi sono tutti per Jasmine De Marco, ideatrice del progetto che ha portato all’istituzione della Riserva della quale, oggi, meritatamente, è anche direttrice. La giovane biologa nicoterese illustra, aiutandosi con slides e grafici, tutto ciò che si muove alla foce del Mesima e la ricca presenza di esemplari floristici e faunistici. Preconizza, poi, le possibilità di incidere a livello socio-economico. Non a caso, a inizio ottobre, ci sarà la prima visita alla Riserva da parte di una comitiva di centro persone proveniente da fuori provincia. Il tempo delle parole è finito. Ora ci vogliono solo e soltanto fatti se si vuole davvero scrivere una nuova pagina di storia per i tre comuni che gravano sulla foce del Mesima.

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