Ci sono giorni che rimangono impressi nella memoria in modo indelebile; giorni destinati a entrare a far parte della storia di una comunità. Pomeriggio memorabile quello di ieri a Serra San Bruno, quando il busto del santo è stato portato in processione dalla Certosa alla chiesa dell’Addolorata. Non era mai accaduto, infatti, che San Bruno lasciasse il monastero ad agosto per ricongiungersi con i fedeli. Alla processione, per la prima volta, ha partecipato anche il priore della Certosa, Dom Ignazio Iannizzotto, il quale ha celebrato la messa insieme all’arcivescovo della Diocesi di Catanzaro-Squillace Claudio Maniago e a monsignor Leonardo Calabretta.
L’evento – partito da un’idea del sindaco Alfredo Barillari nell’anno di preghiera per la preparazione al Giubileo del 2025 – è stato promosso dall’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, dalla Confraternita di Maria Santissima dei Sette Dolori, da quelle di Maria Santissima Assunta in Cielo (Terravecchia e Spinetto) e dal Comune di Serra, in collaborazione con monsignor Calabretta, don Biagio Cutullè e don Bruno La Rizza.
L’evento – partito da un’idea del sindaco Alfredo Barillari nell’anno di preghiera per la preparazione al Giubileo del 2025 – è stato promosso dall’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, dalla Confraternita di Maria Santissima dei Sette Dolori, da quelle di Maria Santissima Assunta in Cielo (Terravecchia e Spinetto) e dal Comune di Serra, in collaborazione con monsignor Calabretta, don Biagio Cutullè e don Bruno La Rizza.
Un appuntamento unico, insomma, che ha permesso anche di rinsaldare il legame tra San Bruno e gli emigrati. Lo testimonia la videochiamata (GUARDA QUI) di una donna all’anziana madre – serrese, ma che vive in Francia – la quale, dopo oltre mezzo secolo, ha potuto “assistere” alla processione del santo. Stessa cosa ha fatto la figlia, presente a Serra, che non vedeva la processione da oltre 30 anni.