Nel pomeriggio di ieri, 21 ottobre, gli agenti della polizia in servizio alla Squadra Mobile di Vibo Valentia, unitamente a personale della polizia giudiziaria, hanno dato esecuzione alla misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di un uomo di nazionalità marocchina, indagato per i reati di violenza sessuale aggrava, maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate ed estorsione aggravata, commessi ai danni della compagna convivente.
La segnalazione
La segnalazione
La vicenda nasce dall’intervento effettuato dal personale del locale U.P.G. e S.P. nello scorso mese di luglio nell’abitazione della donna, la quale aveva contattato il 112 NUE rappresentando di aver avuto una lite con il proprio compagno. Nella circostanza, la vittima aveva dichiarato agli agenti intervenuti che il compagno, in evidente stato di alterazione dovuto all’abuso di sostanze alcoliche e al cospetto dei due figli minori, al fine di avere un rapporto sessuale, l’aveva afferrata per il collo, causandole un forte dolore, motivo per il quale la stessa si era allontanata dall’abitazione al fine di chiamare i soccorsi.
Dopo le prime fasi dell’intervento, la vittima era stata accompagnata in ospedale per le cure del caso ed era stata successivamente collocata presso una casa protetta unitamente ai suoi figli minori; l’uomo, invece, era stato accompagnato in Questura ai fini dell’identificazione, occasione in cui aveva dato in escandescenza, minacciando e spintonando gli operatori.
Violenze reiterate
Le conseguenti attività d’indagine coordinate dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia hanno consentito di accertare come l’uomo non fosse nuovo a comportamenti del genere e infatti, già nel 2021, la donna lo aveva denunciato per maltrattamenti e violenza sessuale ed era stata collocata in una struttura protetta con il figlio. Dopo circa otto mesi di permanenza nella struttura, la donna aveva deciso di ritornare a vivere nella propria abitazione unitamente al compagno nella speranza, rivelatasi vana, che l’uomo si fosse ravveduto. Quest’ultimo aveva, infatti, iniziato nuovamente ad assumere condotte gravemente violente e vessatorie nei suoi confronti, consistite in ingiurie quotidiane, imposizioni sull’abbigliamento e limitazioni della liberà di comunicazione e di frequentazione di persone al di fuori delle mura domestiche.
Inoltre, è emerso come, con cadenza quasi quotidiana, l’uomo l’avesse costretta ad avere rapporti sessuali contro la sua volontà, arrivando a minacciarla di non firmare i documenti per ottenere i passaporti per i figli o per il matrimonio. Infine, accertato come l’indagato l’avesse costretta, mediante reiterate e continue minacce, a consegnargli tutti i soldi che guadagnava con il proprio lavoro, che poi utilizzava per scopi personali, non provvedendo alle esigenze familiari.
L’uomo è finito in carcere
I gravi indizi di colpevolezza acquisiti nei confronti dell’indagato in relazione ai reati contestatigli, hanno consentito al pm titolare delle indagini a richiedere ed ottenere dal competente gip la misura cautelare della custodia in carcere, ritenuto l’unico strumento idoneo e necessario ad impedire la prosecuzione delle condotte criminose. Al termine delle formalità di rito l’uomo è stato associato alla Casa Circondariale di Vibo Valentia a disposizione della competente autorità giudiziaria.