Acqua, ordinanza del sindaco: divieto di utilizzo nella frazione di Triparni

A causa di criticità igienico-sanitarie nel serbatoio, il primo cittadino ordina il divieto temporaneo per il consumo umano e altre finalità alimentari, fino al ripristino delle condizioni di potabilità

Il sindaco di Vibo Valentia, Vincenzo Francesco Romeo, ha emesso un’ordinanza urgente, la numero 31, in seguito a una segnalazione dell’Azienda sanitaria provinciale (Asp) riguardante problematiche igienico-sanitarie e strutturali nel serbatoio che alimenta la frazione di Triparni. A seguito di un controllo ispettivo effettuato presso il “Serbatoio Triparni”, è stato evidenziato che le condizioni di sicurezza e salubrità dell’acqua non sono conformi agli standard previsti per il consumo umano.

L’ordinanza prevede il divieto temporaneo di utilizzo dell’acqua per scopi potabili e per il consumo umano nelle seguenti aree: Frazione Triparni, S.P. 11 per Portosalvo, Contrada Le Calate, Contrada Contura, Contrada Porticella, e Contrada Trisaino, con limite di fornitura all’autofficina Autoservice di Labella Francesco. I cittadini sono invitati a non utilizzare l’acqua per uso alimentare, igiene personale, preparazione di alimenti, lavaggio di stoviglie o oggetti per bambini, e lavaggio di apparecchiature sanitarie. Tuttavia, l’acqua potrà essere utilizzata per il funzionamento degli impianti sanitari.

La misura si estende fino a quando non saranno effettuati i necessari interventi per risolvere le non conformità riscontrate e i campionamenti dell’Asp, attraverso So.Ri.Cal., non daranno esito favorevole. Solo dopo il parere positivo dell’Asp di Vibo Valentia, l’acqua tornerà ad essere considerata sicura per il consumo umano.

Il sindaco ha disposto la pubblicazione dell’ordinanza all’Albo Pretorio e ha incaricato le autorità competenti, tra cui la Polizia Municipale, di far rispettare il provvedimento. È previsto un ricorso legale entro 60 giorni dalla notificazione, rivolgendosi al Tribunale amministrativo regionale della Calabria o, alternativamente, al Presidente della Repubblica entro 120 giorni.

La situazione sanitaria rimane monitorata e la priorità è la tutela della salute pubblica, con l’attuazione degli interventi necessari per ripristinare la potabilità dell’acqua nelle aree coinvolte.

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