Si sta rivelando più attiva che mai, nell’ultimo periodo, la Pro Poco di Acquaro, i cui soci, guidati dal presidente Giuseppe Esposito, hanno dato vita a una serie di peculiari iniziative, rivolte sia a bambini e ragazzi del comprensivo che ad artisti dell’intera regione. Ultimo, in ordine di tempo, un progetto proposto a livello nazionale da Epli, volto a celebrare il “Made in Italy”, nella giornata per esso istituita dal relativo ministero per il 15 aprile per far ancora di più conoscere un “brand” che non ha bisogno di presentazioni e che tutto il mondo stima e invidia allo stesso tempo, in quanto sinonimo di qualità, stile e raffinatezza senza tempo.
In particolare, aiutati dalle maestre, i piccoli alunni hanno potuto assistere all’opera Vincenzo Manno, fine artigiano locale del cuoio, che ha posto in essere un laboratorio creativo in cui anche i bambini hanno potuto cimentarsi, portando anche a casa gli oggetti creati.
In particolare, aiutati dalle maestre, i piccoli alunni hanno potuto assistere all’opera Vincenzo Manno, fine artigiano locale del cuoio, che ha posto in essere un laboratorio creativo in cui anche i bambini hanno potuto cimentarsi, portando anche a casa gli oggetti creati.
La creatività ha coinvolto il comprensivo anche in un altro interessante progetto, riguardante stavolta la lettura. In tal caso l’iniziativa si è svolta al plesso di Piani, dove i bambini sono stati coinvolti in numerose attività a tema, in particolare alla cosiddetta lettura “animata”, conversazioni con gli insegnanti e attività laboratoriali, in cui hanno creato un lavoretto che hanno portato a casa a ricordo della manifestazione.
Concorso di pittura
Particolare interesse ha poi destato il concorso di pittura “I Jerjani di Malamotta”, incentrato su leggendarie e spaventose creature armate di spiedo rovente che un tempo venivano presi a riferimento dai genitori per impaurire i figli discoletti. Anche in tal caso, fuori concorso, vi hanno partecipato gli alunni del comprensivo, ma l’evento ha riguardato artisti da ogni parte della regione, che hanno realizzato vere e proprie opere d’arte, donando un volto a questi “mitici” personaggi. In sostanza “Malamotta”, è una della 7 colline che attorniano Acquaro, da sempre fonte di ancestrale timore per via di una “misteriosa” casetta posta in cima, che si è sempre creduto fosse sede di stallo e rifugio per briganti in viaggio da Reggio verso altri lidi.
Orbene, è in essa che vivevano e bivaccavano i “Jerjani”, pronti a scendere in paese a sedare con la paura gli animi dei fanciulli più movimentati, a cui si minacciava l’utilizzo dello spiedo rovente, da configgere nel posto dove meno prende il sole. Nessuno li ha mai visti e ognuno li ha solo potuti immaginare, provando anche a dare un nome (“Testacudianti”, “Nostangamba” e “Scialapanaru”). Cosa che hanno cercato di fare figurativamente anche i numerosi artisti (70), che hanno contribuito a tramandare una leggenda che ormai persa nelle nuove generazioni e che hanno fatto volare l’iniziativa oltre le più rosee aspettative e il più inaspettato interesse generale.
Alla fine una giuria di esperti (Antonio La Gamba, Massimo Sirelli e Nicola De Luca) ha valutato il migliore elaborato (Marilena Cucunato, premiata con un’opera di La Gamba, alla presenza della presidente regionale Epli, Giuseppina Ierace e del commissario Umberto Campini), e due menzioni speciali (Silvana Franco e Francesco Oliverio) mentre a tutti gli altri, pur bravi, è andato un attestato di merito.





