Si terranno oggi, alle 16, nella chiesa dell’Assunta di Spinetto, a Serra San Bruno, i funerali di Michele Vallelunga. Aveva solo 26 anni. Una vita spezzata all’alba di un giorno qualunque, il 29 maggio, in una terra che da troppo tempo è ostaggio della violenza. Del sangue. È morto in un agguato a San Pietro di Caridà, al confine tra il Reggino e il Vibonese, ormai divenuto scenario di faide mai davvero sopite.
Insieme a lui, quella tragica mattina, c’era anche il cognato, Salvatore Oppedisano. È rimasto ferito. Un nome, il suo, che compare spesso nei rapporti degli investigatori: è fratello di Domenico Oppedisano, l’operaio agricolo ucciso l’8 aprile 2024. Dietro questi omicidi si cela – ma nemmeno troppo – una guerra di ‘ndrangheta tra due famiglie che si contendono il controllo del territorio: i Morfei e gli Oppedisano. Una guerra feroce, fatta di agguati e vendette, che ha provocato tanti, troppi morti. Ora è toccato a Michele Vallelunga, che solo pochi giorni dopo l’agguato si sarebbe dovuto sposare. Oggi, però, in chiesa si celebreranno i suoi funerali. I funerali di un giovane, l’ennesimo, vittima di chi crede che con un’arma in mano si possa ottenere tutto.