Se ne sono accorti. Ci è voluto del tempo, ma alla fine i consiglieri regionali che quest’estate hanno toccato con mano il disastro del mare del litorale vibonese, in particolare quello che da Pizzo arriva a Lamezia Terme, passando per la foce dell’Angitola, hanno dovuto arrendersi. Fuori tempo massimo (ma in ogni caso meglio tardi che mai) hanno chiesto al presidente della Regione Roberto Occhiuto, provando in questo modo a tirarsi fuori da ogni responsabilità, di “reperire, nell’ambito della programmazione nazionale e/o comunitaria per il settore, la somma di 7.530.000,00 euro occorrente al completamento del progetto “Disinquinamento fascia costiera vibonese – area omogenea Angitola – Comune di Francavilla Angitola”– Delibera CIPE n.60/2012”.
Verrebbe da chiedersi: questi signori fino ad oggi dov’erano? Un interrogativo che porrebbero volentieri quanti da anni, ormai, turisti bagnanti e tanti altri, sono costretti a sopportare rovinandosi le loro vacanze e assistendo ad un mare di schiuma e liquami di ogni tipo che galleggiano e che quanti vengono pagati per analizzarlo declinano questo scempio in fioritura algale.
Verrebbe da chiedersi: questi signori fino ad oggi dov’erano? Un interrogativo che porrebbero volentieri quanti da anni, ormai, turisti bagnanti e tanti altri, sono costretti a sopportare rovinandosi le loro vacanze e assistendo ad un mare di schiuma e liquami di ogni tipo che galleggiano e che quanti vengono pagati per analizzarlo declinano questo scempio in fioritura algale.
La richiesta è stata firmata dal consigliere regionale Francesco De Nisi (nella sua zona nasce lo scandalo del depuratore consortile dove sono stati buttati dalla finestra milioni per un’opera di dieci anni fa mai entrata in funzione e le cui responsabilità non sono state mai accertate). Il documento è stato anche sottoscritto da quanti probabilmente non conoscono lo scempio dell’Angitola (ma non per questo sono da giustificare) Giuseppe Graziano, Michele Comito, Antonio Maria Lo Schiavo, Raffaele Mammoliti e Antonello Talerico.
Richiesta trasversale
Una richiesta trasversale ma sulla quale occorrerebbe una riflessione sullo spreco e sulle omissioni di questi anni. Se un’opera è stata lasciata marcire sotto rovi ed erbacce e se tutte le macchine che erano state installate sono scomparse qualcuno avrà pure delle responsabilità. La magistratura non è mai andata fino in fondo. Ora la questione depuratore consortile torna a galla, si chiedono altri fondi ed giusto così. Ma per non fallire nel progetto bisogna fare chiarezza sul passato.
L’impegno della Regione
La mozione, sulla quale c’è stato l’ok del consiglio regionale, impegna l’Esecutivo calabrese a stipulare con il Commissario Unico per la Depurazione, idonea convenzione – accordo con l’obiettivo di trasferirgli le risorse occorrenti per il completamento del progetto o, in alternativa, ad assegnare al Comune di Pizzo, in qualità di Comune capofila, le risorse per completare i lavori. Nelle premesse del documento, che ha per oggetto “Misure Urgenti per il Disinquinamento della fascia costiera vibonese e del golfo di Lamezia Terme nei territori di Pizzo, Curinga e Lamezia Terme”, si pone l’accento sullo stato delle acque marine del golfo di Lamezia Terme, considerato dai firmatari come “una delle maggiori criticità ambientali dell’intera Regione Calabria”.
Ecco perché in capo a presentatore e sottoscrittori della mozione alberga la convinzione secondo cui “la realizzazione dell’intero progetto, iniziato da oltre tre lustri, contribuirebbe in modo rilevante a risolvere una delle cause di inquinamento delle acque marine del golfo di Lamezia Terme”.
Insistendo sulle cause dell’inquinamento marino “vi è – si evidenzia ancora nella mozione – la forte presenza di scarichi di reflui fognari non depurati provenienti dai Comuni a monte e dagli insediamenti civili e turistici presenti sulla costa di Pizzo e Curinga”.
Un danno irreparabile
Argomentando sulle conseguenze, soprattutto nelle forme assunte nel golfo di Lamezia con acqua torbida e di colore verdastro, i firmatari parlano di “un danno irreparabile per l’immagine della Regione e per le imprese turistiche insediate sulla costa che vanta circa 5.000 posti letto e numerosi stabilimenti balneari”.
Il documento posto all’attenzione della Giunta rileva, altresì, come il Commissario unico per la depurazione con atto n° 172 del 29 agosto 2024 abbia approvato il progetto esecutivo “Disinquinamento fascia costiera vibonese – area omogenea Angitola. Primo lotto funzionale – Comune di Francavilla Angitola” che prevede l’esecuzione di un lotto funzionale del progetto complessivo per l’importo 6.300.000,00 euro pari al finanziamento allo stato disponibile a valere sulle risorse di cui alla Delibera CIPE n.60/2012.
Non solo ma si sottolinea anche come il “progetto esecutivo complessivo preveda lo stanziamento dell’importo di 13.830.000,00 euro e di questa somma in virtù della delibera CIPE n. 60/12 si dispone della somma di € 6.300.000,00 mentre per il completamento del progetto abbisogna la somma di 7.530.000,00 euro”. Da qui la richiesta al governo regionale calabrese, affinché si adoperi “a recuperare gli stanziamenti necessari per ultimare un’opera di vitale importanza per la depurazione calabrese”, concludono i consiglieri fautori della mozione.