Sembrava una scena girata per un film d’azione, e invece è accaduto davvero, all’alba, sulla carreggiata nord dell’autostrada A2, tra gli svincoli di Scilla e Bagnara. Un commando composto da almeno dieci uomini, organizzati, equipaggiati e veloci, ha messo a segno un assalto al furgone portavalori della Sicurtransport, rendendo un tratto di autostrada teatro dell’assalto.
Sembrava una scena girata per un film d’azione, e invece è accaduto davvero, all’alba, sulla carreggiata nord dell’autostrada A2, tra gli svincoli di Scilla e Bagnara. Un commando composto da almeno dieci uomini, organizzati, equipaggiati e veloci, ha messo a segno un assalto al furgone portavalori della Sicurtransport, rendendo un tratto di autostrada teatro dell’assalto.
Trappola perfetta
I banditi hanno piazzato due autovetture di traverso e le hanno incendiate, creando un muro di fiamme invalicabile. Un espediente brutale ma efficace, usato per bloccare ogni via di fuga e inchiodare il portavalori. Le auto, risultate rubate, sono state utilizzate come veri e propri “scudi”, ostacoli ardenti per rallentare chiunque potesse avvicinarsi.
Assalto fulmineo
Gli uomini del commando si sono mossi con freddezza e coordinazione, come una squadra abituata a operazioni complesse. Hanno costretto gli agenti di sicurezza ad aprire il vano valori e si sono impossessati del contenuto: due milioni di euro in contanti. Poi la fuga, rapida e calcolata, prima che la nube nera dell’incendio fosse visibile a chilometri di distanza.
Bottino in cenere
Ma qualcosa è andato storto anche per i rapinatori. Le fiamme sprigionate dalle auto incendiate hanno lambito il portavalori, intaccando parte dei sacchi di denaro. Secondo indiscrezioni, una quota significativa dei due milioni sarebbe stata distrutta, trasformata in cenere e ridotta a fogli flessibili e bruciacchiati.
Indagini febbrili
“È davvero difficile quantificare con certezza il denaro distrutto e quello sottratto”, spiegano fonti investigative che seguono il caso. Sul posto hanno operato la squadra mobile di Reggio Calabria, guidata da Gianfranco Minissale, e la polizia stradale di Palmi, sotto il coordinamento della Procura. Gli inquirenti non escludono alcuna pista: analizzano le dinamiche, studiano il modus operandi e cercano tracce lasciate dal gruppo che ha agito con “capacità e determinazione sperimentata”.
Caccia alla banda
Il commando potrebbe essere collegato a reti criminali specializzate in assalti ai mezzi blindati. Ma al momento nessun dettaglio trapela. Solo una certezza: chiunque abbia organizzato l’azione conosceva tempi, modalità e vulnerabilità del percorso. E mentre l’autostrada torna lentamente alla normalità, nell’aria resta l’odore acre dei roghi e il mistero di un colpo da film in cui, paradossalmente, una parte del bottino è andata distrutta prima ancora di poter essere goduta.


