Attacchi pesanti al segretario di Fratelli d’Italia, Stinà: ora deve solo farsi da parte

L'esponente della Destra vibonese rimprovera a La Gamba di non essere riuscito a mettere in campo una lista competitiva imbarcando solo profughi di altri partiti

E’ passato all’incirca un mese dal primo turno delle elezioni comunali di Vibo Valentia, mentre il 23 e 24 giugno sono stati i giorni del ballottaggio tra Roberto Cosentino (centrodestra) ed Enzo Romeo (centrosinistra) che hanno visto quest’ultimo prevalere nettamente sul suo diretto antagonista. Un risultato che ha accelerato il chiarimento, per non dire la resa dei conti all’interno di Fratelli d’Italia. Il partito non solo non è riuscito a completare la lista ma, secondo quanto viene rimproverato al segretario provinciale Pasquale La Gamba, ha avuto anche candidati in prestito da Forza Italia. Oggi registriamo un’altra bordata da parte di Francesco Stinà, esponente storico della Destra vibonese, sempre all’indirizzo del segretario, che aveva replicato pesantemente alle critiche politiche iniziali.
<In una qualunque azienda, dalla più grande alla più piccola, se l’amministratore delegato non porta risultati, si presenta dimissionario. È una questione di buon gusto, di rispetto verso chi ti ha dato delega. In politica, no. Raramente succede. Chissà, forse perché quel rispetto non è contemplato… ed in alcuni neanche il buon gusto è considerato! Nella mia lunga militanza nella destra politica (rammento agli smemorati che, tra le altre cose, ero dirigente regionale con la segreteria guidata dal senatore Rapani), un flop di questa portata – dice Francesco Stinà – non lo avevo vissuto nei suoi risvolti immediati. Perché – hai voglia a dire e ribadire che sei soddisfatto del risultato – quando nella stessa giornata la lista di Fratelli d’Italia sbaraglia alle Europee e contemporaneamente perde oltre la metà di quei voti alle Comunali – ed è accaduto esattamente questo – un problema c’è. Ed è evidente, chiaro. Come evidente e chiaro è individuare il responsabile.

<Assumersi le responsabilità sarebbe un semplice, quanto significativo, gesto di riguardo verso iscritti e simpatizzanti. Perché chi assume un incarico politico deve possedere alcune semplici qualità. Deve possedere il dono della pazienza, dell’autocritica prima che della critica, possibilmente dell’ironia e soprattutto della autoironia. E pazienza. Dinanzi alle umane debolezze – osserva ancora Stinà -, un po’ di autocritica aiuta a vedere con chiarezza comprendendo bene quale sia il proprio ruolo, confrontarsi innanzitutto con i propri limiti evitando di sopravvalutarsi. Un pizzico di onestà intellettuale facilita a ristabilire la verità, consente di confrontarsi con chi la pensa diversamente, che non è un nemico da abbattere, ma un contributo a ricostruire dalle macerie, ristabilire la verità, con l’unico interesse di non portare alla deriva un partito che altrove cresce sull’onda lunga dei successi crescenti della nostra indiscussa leader Giorgia Meloni>.
E rivolgendosi direttamente a La Gamba, l’esponente della Destra dice: <Leggendo gli articoli relativi ai tuoi interventi, mi sforzo di capire senza pregiudizi di fondo, ma finiscono per essere derubricati nell’elenco dei pontificatori. Sono convinto che il tuo agire politico sia notevolmente superato e lo dimostra l’andamento delle elezioni comunali che non è stato entusiasmante e non credo di poter essere fiero di ciò che è accaduto. Dovresti farti da parte perché sono convinto ora più che mai che nel futuro c’è bisogno di professionisti che si dedichino alla politica, ma la politica non essendo un lavoro per guadagnarsi da vivere richiede che vi sia passione vera, visione, impegno e rigore morale. E sommessamente aggiungo di ritenere molto meritevole coinvolgere giovani e normalissimi cittadini che potrebbero avere delle soluzioni alternative ed interessanti>.

<Assumersi le responsabilità sarebbe un semplice, quanto significativo, gesto di riguardo verso iscritti e simpatizzanti. Perché chi assume un incarico politico deve possedere alcune semplici qualità. Deve possedere il dono della pazienza, dell’autocritica prima che della critica, possibilmente dell’ironia e soprattutto della autoironia. E pazienza. Dinanzi alle umane debolezze – osserva ancora Stinà -, un po’ di autocritica aiuta a vedere con chiarezza comprendendo bene quale sia il proprio ruolo, confrontarsi innanzitutto con i propri limiti evitando di sopravvalutarsi. Un pizzico di onestà intellettuale facilita a ristabilire la verità, consente di confrontarsi con chi la pensa diversamente, che non è un nemico da abbattere, ma un contributo a ricostruire dalle macerie, ristabilire la verità, con l’unico interesse di non portare alla deriva un partito che altrove cresce sull’onda lunga dei successi crescenti della nostra indiscussa leader Giorgia Meloni>.
E rivolgendosi direttamente a La Gamba, l’esponente della Destra dice: <Leggendo gli articoli relativi ai tuoi interventi, mi sforzo di capire senza pregiudizi di fondo, ma finiscono per essere derubricati nell’elenco dei pontificatori. Sono convinto che il tuo agire politico sia notevolmente superato e lo dimostra l’andamento delle elezioni comunali che non è stato entusiasmante e non credo di poter essere fiero di ciò che è accaduto. Dovresti farti da parte perché sono convinto ora più che mai che nel futuro c’è bisogno di professionisti che si dedichino alla politica, ma la politica non essendo un lavoro per guadagnarsi da vivere richiede che vi sia passione vera, visione, impegno e rigore morale. E sommessamente aggiungo di ritenere molto meritevole coinvolgere giovani e normalissimi cittadini che potrebbero avere delle soluzioni alternative ed interessanti>.

<Lo dico rilevando le enormi difficoltà nel passare dalla protesta consapevole alla proposta e alla gestione concreta delle cose, fino ad arrivare a considerare il partito una forza politica importante e con pari dignità nei confronti delle altre forze politiche. Cosa che non è successa in questa recente occasione, dove il partito si è prostrato incamerando profughi e avventori vari per chiudere una lista rimasta comunque incompleta – secondo quanto osserva ancora Francesco Stinà -. L’amarezza profonda per me è quella di tornare a scrivere a fronte delle tue operazioni mediatiche finalizzate alla denigrazione con l’intento di marginare il ruolo a difesa dello status quotidiano. Eppure, non troverai nei miei scritti attacchi denigratori… questa è la vera differenza. Così come non vado alla ricerca di consensi personalistici, tantomeno tornaconto economici e scatti di carriera. Semplicemente provo a stimolare quelle motivazioni che hanno guidato finora le mie azioni sempre in coerenza con un ragionamento complessivo che vada al superamento di certi temi, al superamento di un certo schematismo di potere che a lungo privilegia solo lo scontro di posizioni. Nella convinzione che la sfida futura sia etica e culturale oppure sarà disorientamento e deriva politica>.

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