È una svolta importante e al tempo stesso inquietante quella che emerge dalle indagini sull’attentato incendiario ai danni di Claudia Santoro, dirigente del Comune di Vibo Valentia, alla quale lo scorso 11 luglio fu data alle fiamme l’autovettura parcheggiata sotto casa. Dopo mesi di accertamenti e riscontri, i carabinieri della Stazione di Vibo Marina, in stretta collaborazione con la polizia locale di Vibo Valentia e sotto il coordinamento della Procura della Repubblica, hanno individuato i due presunti autori del gesto: due uomini ritenuti responsabili, a vario titolo, di incendio doloso e atto intimidatorio.
Il marito di una dipendente
Il marito di una dipendente
Secondo quanto emerso, uno dei due indagati è il marito di una dipendente comunale in servizio a palazzo Luigi Razza. In un primo momento, indiscrezioni avevano indicato tra gli indagati anche la moglie del presunto attentatore ma fonti accreditate hanno smentito. In ogni caso, quanto sta emergendo getta un’ombra ancora più cupa sulla vicenda, perché lega l’attentato a un contesto non esterno, ma potenzialmente vicino agli ambienti amministrativi in cui la stessa vittima opera quotidianamente. Le indagini, avviate subito dopo il rogo, si sono sviluppate attraverso una capillare analisi delle immagini di videosorveglianza e l’incrocio dei dati telefonici delle celle attive nella zona al momento dei fatti. Un lavoro meticoloso, che ha permesso di individuare l’auto usata per raggiungere la casa della dirigente e di ricostruire i movimenti dei presunti autori.
Deferiti all’autorità giudiziaria
Al termine delle indagini preliminari, i due uomini sono stati deferiti all’autorità giudiziaria e hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini e il relativo avviso di garanzia. In ogni caso, sono in corso ancora indagini per verificare ulteriori posizioni. La notizia ha suscitato sconcerto e indignazione negli ambienti del Comune di Vibo Valentia. Il legame familiare tra uno degli indagati e una dipendente comunale ha alimentato interrogativi e tensioni, rinnovando il dibattito sul clima interno all’amministrazione e sulle difficoltà di chi, come la dirigente Santoro, si trova spesso a gestire situazioni delicate e conflittuali. Per Claudia Santoro, che nei mesi scorsi aveva subito un atto tanto vile quanto simbolico, la svolta rappresenta un passo avanti importante verso la verità. Ma per la città resta l’amara consapevolezza che, ancora una volta, la violenza non arriva da lontano, ma da dentro.
