La Cittadella di Catanzaro, sede della Regione Calabria, al centro di un’articolata inchiesta giudiziaria. Le indagini, coordinate dalla Procura del capoluogo, hanno portato la Guardia di Finanza ad acquisire documentazione in diversi dipartimenti, compreso quello della Presidenza, con particolare attenzione ai settori della sanità, dell’edilizia popolare e della depurazione delle acque reflue.
Secondo quanto riportato da La Gazzetta del Sud, nel mirino degli investigatori ci sono le procedure di rilascio di autorizzazioni e accreditamenti per le strutture sanitarie private, un ambito già in passato al centro di polemiche e approfondimenti. Ma l’inchiesta si allarga anche al comparto dell’edilizia pubblica, con la lente puntata sulla gestione dell’Aterp, l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica, e sulle recenti nomine ai vertici degli enti coinvolti.
Sotto esame anche la gestione del delicato sistema di depurazione e riuso delle acque reflue, tema centrale per la sostenibilità ambientale e spesso oggetto di criticità nei comuni calabresi. In questo ambito, particolare attenzione è stata riservata agli uffici utilizzati da Tonino Daffinà, figura di riferimento del centrodestra, ex commissario Aterp e attualmente sub-commissario straordinario per la depurazione, incarico ricevuto nel 2023 con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri.
Come riferisce l’Ansa, nella giornata di giovedì è stata inoltre eseguita una perquisizione presso il domicilio di Tommaso Calabrò, dirigente generale ad interim del Dipartimento Salute della Regione Calabria. Le verifiche, in questo caso, riguarderebbero documentazione riconducibile all’ambito sanitario.