Calabria, ecco tutti gli ingredienti del “boom” turistico

I segnali sono positivi, ma non bisogna adagiarsi sugli allori. È soprattutto necessario potenziare il sistema tecnologico

Nei primi quattro mesi del 2025, in Calabria sono arrivati 224.292 persone per una presenza pari a 464.240. Questo è il dato centrale da cui parte l’Instant Tourism della Regione Calabria e che ha portato il presidente Occhiuto e l’assessore al turismo Calabrese a gridare al grande successo della strategia commerciale seguita dalla regione. Il commento al dato è il seguente: “Il prolungamento della durata media dei soggiorni e la maggiore apertura ai mercati esteri sono esiti tangibili delle politiche di rafforzamento dei collegamenti aerei e dell’accessibilità internazionale. La dinamica dei prezzi incide ancora sulla mobilità domestica, ma l’espansione della componente estera apre prospettive nuove.

Strategia integrata

A partire da questi risultati, diventa sempre più necessario investire in una strategia integrata che metta a sistema qualità dell’accoglienza, promozione internazionale e sostenibilità dei flussi turistici”. Quindi la regione Calabria vede in questo dato un successo della politica di alleanza con la Ryanair e le altre compagnie low cost con il relativo incremento dei voli nazionali e in Europa, così come la campagna promozionale sui social affidata in gran parte sempre alla Ryanair, e infine i grandi eventi come il Capodanno Rai. È opportuno analizzare i dati per verificarne la reale portata.

Arrivi stranieri

La Regione Calabria ci aiuta a scomporre i dati degli arrivi. Su 224.292 persone che sono arrivate abbiamo che 37.862 sono stranieri con una presenza pari a 113.580 e una permanenza pari a 3 giorni. Quindi pur avendo un incremento degli arrivi degli stranieri pari al 45% rispetto al 2024 (noi non abbiamo il dato, ma ci fidiamo) il mercato straniero rimane sempre una fetta marginale e non è vero che a trainare il risultato sia la componente internazionale. Carta canta. Gli arrivi maggiori vengono dalla Germania con 6.265 persone e 27.335 presenze con una permanenza di 4,4 giorni.

Il tasso di internalizzazione

Poi abbiamo la Polonia con 3.549 arrivi, la Francia con 3.027, gli Stati Uniti con 2.440, la Spagna con 1.257, la Svizzera con 1710 arrivi, Canada 864 arrivi, Regno Unito arrivi 1.216, Brasile 928 e Paesi Bassi 1.065. Totale arrivi 37.862. Non tutti arrivati in aereo e non tutti riconducibili ai voli low cost. Vedi Stati Uniti, Brasile e Canada. Il rapporto scrive che abbiamo un tasso di internazionalizzazione pari al 16,9% con una punta in aprile del 25%. Un dato che viene esaltato ma largamente minoritario rispetto ai dati di fine e inizio millennio che vedevano una forte presenza di arrivi stranieri dai mercati nordici, germanici, francesi con voli organizzati quasi tutto l’anno dai maggiori tour operator internazionali, da Club Med, alla Thui, alla Meeting point. Ma queste cose il dott. Rio le conosce visto che era direttore generale all’epoca della presidenza Scopelliti.

Turismo di prossimità

I numeri parlano da soli. A trainare gli arrivi sono sempre gli arrivi nazionali e in particolare il nostro turismo rimane un turismo di prossimità. Un turismo che arriva dalla nostra stessa regione e dalle regione limitrofe. Il rapporto dell’assessorato è abbastanza dettagliato. La maggiore regione che fornisce turisti alla nostra regione è la Calabria stessa. Circa 50 mila calabresi ( 25,9%) hanno trascorso almeno due notte nelle nostre strutture ricettive. Dice il rapporto:” Segue la Sicilia, con 31.001 arrivi (16,6%) e 61.080 presenze (17,4%), e la Campania, che registra 26.108 arrivi (14,0%) e 50.597 presenze (14,4%)…. La Puglia contribuisce con 20.900 arrivi (11,2%) e 37.178 presenze (10,6%), Anche il Lazio presenta una quota rilevante, pari al 9,5% degli arrivi e al 9,1% delle presenze”.

In totale dalle regioni del Sud includendo anche l’Abruzzo e il Molise sono arrivati in Calabria oltre 132 mila persone su un totale complessivo di 224.000 pari a quasi al 60%. È evidente che la maggior parte di questi arrivi non è avvenuta per via aerea.

Turismo Nord e Centro Italia

Sempre i dati dell’Instant Turism dimostrano che nonostante il potenziamento dei voli domestici da e per la Calabria dalle maggiori città del Nord Italia: Milano, Bologna, Torino, Genova, Venezia, Treviso, la domanda turistica dal Nord Italia rimane bassa e marginale. Dalla Lombardia sono arrivati 11.873 persone con una presenza di 22.344. Dall’ Emilia Romagna 4.980 arrivi pari a 9.797 presenze. Dal Piemonte 3.905 arrivi pari 7.769 presenze. Dalla Liguria 1.685 arrivi pari a 3.992 presenze. Dal Veneto 4.088 arrivi pari a 7.888. Infine Friuli 931 arrivi, Trentino 478 arrivi, Bolzano 314 e Valle D’Aosta 117. In totale siamo a 32,363 arrivi dal Nord Italia su 180,430 e non è detto che siano arrivati tutti in aereo. Completano il quadro gli arrivi dal Lazio pari a 17,762 e dall’Umbria pari a 1283. E in queste regioni non ci sono voli Ryanair. Dall’Umbria parte una piccola compagnia low cost.

Mezzi di trasporto

Ma alla fine è lo stesso rapporto della regione che ammette che i turisti in Calabria continuano ad arrivare con l’auto propria. Distribuzione dei mezzi di trasporto: “L’analisi dei mezzi di trasporto utilizzati per raggiungere la Calabria nel primo trimestre 2025, normalizzata su scala logaritmica, evidenzia una netta prevalenza dell’auto privata (1,87), seguita dall’aereo (1,12). Gli altri mezzi risultano meno significativi: pullman o altro mezzo stradale (0,83), treno (0,34) e nave (0,08)”. Per capire cosa sia la scala logaritmica e tradurla in percentuale ci ho messo una giornata. In pratica abbiamo avuto che su 224.000 arrivi, 170.292 pari al 76% sono arrivati in auto, 30.295 pari al 13,5% sono arrivati in aereo, 15.544 pari al 6,9 sono arrivati in pullman, 5.034 pari al 2,2% sono arrivati in treno e 2.764 pari all’1,2% in nave. Questi sono i valori stimati secondo i dati disponibili.

Chi viene in Calabria

E qui è un altro colpo alla tesi della regione che il boom sia dovuto alle campagne promozionali. Non ci sono frotte di turisti in arrivo per la nostra storia, la nostra cucina, le nostre bellezze. Quasi un turista su due arriva in Calabria per turismo d’affare o congressuale ( 45.4% ). In pratica oltre 100 mila arrivi sono agenti di commercio, rappresentanti, avvocati, e così via. “Si conferma – dice il rapporto – dunque il peso rilevante dei viaggi legati a motivazioni professionali, istituzionali e congressuali in questa fase”. Il comparto Cultura, Storia e Tradizioni si ferma al 16,4%, e poi al 13,8% Il famoso turismo delle radici, su cui tanto ha puntato la Regione con investimenti cospicui, si ferma al (4,4%), il Natura e Outdoor (3,6%), e l’Enogastronomia (2,4%).

Il turista modello

L’Instant Tourism così sintetizza il nostro turista modello: “Sceglie la Calabria per motivi professionali o congressuali (45,4%), ma non disdegna esperienze culturali, balneari e sportive. Si muove quasi sempre in auto, ma cresce anche l’uso dell’aereo, segno di un’offerta sempre più accessibile. Un turista adulto, motivato, curioso, che prolunga la permanenza e si apre a nuove forme di soggiorno, anche extra-alberghiere”. Un po’ di verità e qualche bugia.

Strutture ricettive

Qui esce un altro dato preoccupante. L’analisi della Regione afferma: “Nel primo quadrimestre del 2025, il sistema ricettivo calabrese mostra una dinamica complessivamente espansiva, pur con differenziazioni tra le due principali tipologie ricettive. In particolare, gli esercizi alberghieri evidenziano una moderata crescita degli arrivi (+5,8%) e delle presenze (+6,2%) rispetto allo stesso periodo del 2024. Parallelamente, gli esercizi extra-alberghieri, e mi riferisco ai B&B, registrano una performance nettamente superiore, con una variazione positiva del +30,7% negli arrivi e del +21,0% nelle presenze”.
L’analisi sostiene che vi è un riequilibrio tra le due modalità di offerte. Penso che il fenomeno non sia da prendere alla leggera. Serve una politica di regolamentazione delle attività extra alberghiere soprattutto nelle località di maggiore richiamo turistico a partire da Tropea per arrivare a Scilla, Soverato, Scalea, eccetera eccetera per evitare forme esasperate di over tourism e per evitare una penalizzazione delle strutture alberghiere che fanno fronte ad un regime fiscale penalizzante. Ed è singolare il silenzio delle associazioni di categoria.

Non dormiamo sugli allori

Teniamoci stretto il dato di crescita ma non dormiamo sugli allori. Il turismo segue strade, percorsi che noi pensiamo indirizzati dalla politica ma che invece non hanno altre ragioni. Nel nostro caso tutta la teoria che il boom del turismo in Calabria sia legato alle campagne promozionali della regione Calabria si sgonfia fortemente. E quindi andrebbe fatta un’analisi costi benefici sui singoli voli e sui costi e i benefit concessi a varie compagnie aeree, a partire dalla Ryanair, per vedere se i costi non siano eccessivi e cosa aggiustare, tagliare, perfezionare in questa operazione che ha portato 30 mila turisti con i voli in Calabria tra voli nazionali ed esteri.

Cosa porta il Capodanno Rai?

Non tutti riconducibili alla campagna low cost, visto gli arrivi da Usa, Brasile, Canada. In più andrebbero analizzati i benefici che arrivano alla nostra regione da eventi come il Capodanno Rai che sono minimi se non inesistenti, a fronte di costi elevatissimi, per non parlare poi di eventi come il Magna Grecia Festival e altri eventi che nascono con lo scopo di far aumentare la presenza turistica in Calabria.

Un sistema da attrezzare

Da sottolineare: tutta l’analisi è stata svolta su un panel di 366 strutture ricettive. Siamo a circa il 45% delle strutture alberghiere. E qui esce fuori un altro ritardo della Regione in questi anni. In un mondo sempre più tecnologico con l’arrivo perfino della IA non è possibile non attrezzare il nostro sistema turistico con una rete informatica dove i dati partono e arrivano in tempo reale in un circolo virtuoso: Regione, strutture ricettive, Comuni, Prefetture. Non è concepibile lavorare ancora con le email o peggio ancora con le telefonate e i fax.

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