Caos infermieri allo Jazzolino, 150 rinunciano all’incarico (e nessuno si presenta)

L’assurda situazione lascia il Pronto Soccorso ancora in affanno, con turni massacranti e servizi ridotti

Un paradosso che sfiora l’assurdo. Dopo mesi di emergenza e attese logoranti, l’ospedale “Jazzolino” di Vibo Valentia resta ancora una volta senza il personale promesso. Come riporta oggi la Gazzetta del Sud, dei 150 infermieri contattati per un contratto trimestrale, nessuno si è presentato. Neanche uno. Un dato che lascia sconcertati i vertici dell’Asp di Vibo, che appena la scorsa settimana avevano annunciato, con una certa soddisfazione, l’avvio delle prime 14 assunzioni a tempo determinato per tamponare la cronica carenza di organico. Una notizia che sembrava preludere a un cambiamento atteso da tempo. E invece, lo scenario si è capovolto nel giro di pochi giorni: i convocati hanno declinato l’offerta, lasciando tutto esattamente com’era. Un mistero, come titola la stessa Gazzetta del Sud.

A quanto pare, i motivi del gran rifiuto non sono stati ufficializzati, ma si rincorrono ipotesi. Contratti troppo brevi? Stipendi non competitivi? Condizioni di lavoro insostenibili? O, più semplicemente, la sfiducia in un sistema sanitario che continua a oscillare tra proclami e rimpalli burocratici?

Il parere dei sindacati: serve stabilità, non contratti lampo

Secondo la Uil Fpl, tre mesi non bastano. “È necessario avviare stabilizzazioni vere, assunzioni strutturate”, sottolineano i rappresentanti sindacali. “Offrire tre mesi di contratto non è attrattivo per nessun professionista, specie in un contesto dove altrove si propongono percorsi più solidi e chiari”. E poi c’è la questione delle procedure. Come riportato dalla Gazzetta del Sud, i tempi per l’accettazione delle proposte sarebbero stati ridottissimi – appena due giorni – generando confusione e incertezza tra i candidati. Un altro boomerang amministrativo in un territorio che già soffre per l’assenza cronica di medici e infermieri.

Pronto soccorso al collasso

Intanto, allo “Jazzolino”, il pronto soccorso si regge su pochi infermieri, spesso costretti a turni massacranti. I reparti sono in sofferenza e si assiste, in alcuni casi, a una riduzione forzata dei servizi, soprattutto in Neurologia, dove la carenza di personale ha costretto a tagliare le prestazioni. Non è un caso che i sindacati tornino a chiedere a gran voce l’immediata attuazione del Piano del fabbisogno approvato mesi fa, ma ancora fermo al palo.

Una regione che non riesce ad assumere

È la Calabria dei paradossi. Dove non si riesce a trovare personale neanche quando ci sono graduatorie piene, e dove il rischio concreto è che l’intero sistema sanitario collassi sotto il peso della burocrazia e delle scelte miopi. “Con la Regione ci incontreremo nei prossimi giorni per presentare proposte concrete, tra cui la possibilità di attivare contratti più lunghi e attrattivi”, ha affermato il presidente della terna commissariale, Vittorio Piscitelli. Ma il tempo stringe, e la popolazione – soprattutto nei mesi estivi – aumenta a dismisura. Medici e infermieri restano sempre meno, e con loro anche la speranza che qualcosa cambi davvero. Nel frattempo, l’ospedale Jazzolino continua a resistere, tra mille difficoltà, affidandosi alla buona volontà di chi ancora crede nella sanità pubblica. Anche se ogni giorno è una corsa contro il tempo. E contro il silenzio delle istituzioni.

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