Capodanno da favola, Natale da incubo: la Calabria dimentica i suoi figli lontani

Mentre la Regione investe in eventi mediatici, migliaia di calabresi restano bloccati fuori casa per colpa di trasporti carissimi. Un silenzio assordante che pesa più di qualsiasi spettacolo

C’è una Calabria che balla in piazza, tra luci, concerti e ospiti televisivi, e un’altra Calabria che resta ferma, lontana da casa, a guardare i prezzi dei biglietti salire alle stelle. È la Calabria dei lavoratori e degli studenti fuori sede, dei giovani e delle famiglie spezzate dalle distanze, che anche quest’anno hanno dovuto fare i conti con un’amara realtà: tornare a casa per Natale è diventato un lusso.

La Regione Calabria, guidata da Roberto Occhiuto, ha scelto ancora una volta di concentrare energie e risorse su eventi simbolici, come il Capodanno-spettacolo a Catanzaro Lido, dimenticando del tutto una questione concreta e urgente: garantire il diritto alla mobilità dei calabresi che vivono e lavorano fuori regione. Nessun treno speciale, nessuna iniziativa straordinaria, nessun prezzo calmierato. Solo il solito copione: Trenitalia e Ryanair che “regalano” ai calabresi biglietti a costi proibitivi, e migliaia di persone costrette a rinunciare al rientro, a passare le feste lontano dalle proprie famiglie.

La Regione Calabria, guidata da Roberto Occhiuto, ha scelto ancora una volta di concentrare energie e risorse su eventi simbolici, come il Capodanno-spettacolo a Catanzaro Lido, dimenticando del tutto una questione concreta e urgente: garantire il diritto alla mobilità dei calabresi che vivono e lavorano fuori regione. Nessun treno speciale, nessuna iniziativa straordinaria, nessun prezzo calmierato. Solo il solito copione: Trenitalia e Ryanair che “regalano” ai calabresi biglietti a costi proibitivi, e migliaia di persone costrette a rinunciare al rientro, a passare le feste lontano dalle proprie famiglie.

Un’altra lezione dalla Sicilia

Eppure, non serviva inventare nulla. Bastava guardare a casa d’altri. La Sicilia lo ha fatto, eccome. Con il Sicilia Express, la Regione Siciliana ha dimostrato che la politica può intervenire, può scegliere da che parte stare. Oltre duemila biglietti venduti nei primi trenta minuti, treni esauriti in mezz’ora, un tasso di riempimento del 90% in poche ore. Numeri che parlano chiaro e che raccontano un bisogno reale, diffuso, profondo. Una misura pensata – come spiega la stessa Regione Siciliana – per chi studia o lavora fuori dall’Isola, per consentire il rientro durante le festività con un’opzione di viaggio economicamente accessibile e affidabile. Politica dei fatti, non degli slogan.

Modelli da importare

E allora la domanda è inevitabile: perché in Calabria no? Perché il presidente Occhiuto, così solerte nel richiamare modelli altrui quando si tratta di accentrare poteri – dal modello lombardo a quello trentino, soprattutto in sanità – non ha saputo o voluto “copiare” il buon esempio del suo stesso compagno di partito, il governatore siciliano Renato Schifani? Perché voltarsi dall’altra parte proprio quando si tratta di venire incontro ai calabresi, a quelli veri, che tengono in vita questa terra anche da lontano? La risposta, purtroppo, sta tutta in una visione miope della politica: più attenta all’immagine che ai bisogni, più incline al palcoscenico che alla quotidianità delle persone. Ma un concerto di Capodanno dura una notte soprattutto su Rai Uno. L’assenza di politiche per la mobilità, invece, pesa tutto l’anno e lascia ferite profonde, soprattutto a Natale.

Questa è la Calabria che non fa notizia, ma che merita rispetto. Ed è da qui che dovrebbe ripartire chi governa: non dalle luci della ribalta, ma dai binari vuoti che avrebbero dovuto riportare a casa migliaia di calabresi.

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