Pochi se ne saranno accorti, almeno alle latitudini della costa vibonese. La “Notte del Mare”, andata in scena a Catanzaro Lido e trasmessa su Rai 2 ieri sera dalle 23 alla mezzanotte, è stata raccontata come il manifesto di una Calabria capace di guardare al futuro, di esaltare la propria costa, di trasformare il mare in leva economica, ambientale e culturale. Luci, riflettori, istituzioni, dichiarazioni solenni. Tra gli interventi, quello del presidente della Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, Pietro Falbo, che ha parlato di portualità sostenibile, Bandiere Blu e Blue Economy come prospettiva strategica.
L’amaro in bocca
L’amaro in bocca
Parole condivisibili. Ma anche parole che, viste da Vibo Marina, suonano vuote, lasciano l’amaro in bocca. Perché mentre a Catanzaro Lido si celebrano le eccellenze, a Vibo Marina si convive con un colosso industriale, (Meridionale Petroli), che da oltre settant’anni mantiene i suoi depositi di carburante nel cuore del porto, soffocando qualunque prospettiva turistica. Qui la bandiera blu non sventola: sventolano fumi, scarichi delle navi, odori che impregnano l’aria.
Il Consiglio comunale
Un intero Consiglio comunale, all’unanimità, si è espresso per la delocalizzazione dell’impianto. La volontà istituzionale e popolare è chiara: liberare il mare da una servitù industriale incompatibile con lo sviluppo turistico e portuale. Eppure, la risposta della società di carburanti è stata una richiesta di rinnovo dell’autorizzazione per altri vent’anni. Una sfida aperta, quasi una provocazione, alla città e alle sue istituzioni. In pochi lo hanno capito.
La spinta della politica
Ed è qui che il ruolo della politica (che purtroppo oggi non pensa ad altro che alle elezioni regionali di ottobre), quindi degli enti pubblici a cominciare dalla Camera di Commercio diventa centrale. Un ente che proclama la necessità di una governance marittima sostenibile non può rimanere alla finestra quando si combatte la più importante battaglia di sviluppo della costa vibonese e del suo porto. Perché se il compito della Camera è difendere e promuovere l’economia dei territori, allora è il momento di agire. Perché è proprio su casi come la delocalizzazione dei depositi costieri che si misura la capacità di incidere sul destino di un intero territorio.
Il coraggio delle scelte
Celebrare la Blue Economy a Catanzaro Lido è semplice. Difenderla a Vibo Marina, denunciando ciò che ne impedisce la nascita, richiede coraggio. Finché la politica, gli enti pubblici e il mondo dell’associazionismo resteranno silenti di fronte a questa vicenda, ogni discorso sulla sostenibilità rischia di essere pura retorica. Perché il mare non si ama soltanto con le parole: lo si difende con le scelte. E oggi, Vibo Marina aspetta ancora che qualcuno, dalle istituzioni, scelga davvero da che parte stare.