Catanzaro, tentata evasione e caos nel carcere minorile: l’istituto è una polveriera

Durante l'ora d'aria, mentre alcuni detenuti simulavano una rissa, un cittadino magrebino, aiutato da alcuni compagni, ha cercato di salire sul tetto per evadere

Un pomeriggio di ordinaria tensione è degenerato in una tentata evasione e in una serie di disordini che hanno sfiorato la rivolta nel carcere minorile a Catanzaro. Durante l’ora d’aria, alcuni detenuti hanno inscenato una rissa per creare confusione, mentre un giovane di origine magrebina, aiutato da alcuni compagni, ha provato ad arrampicarsi sul tetto per fuggire. A ricostruire l’episodio è Fabio Menzica, segretario locale del Sappe.

Nessuno voleva rientrare in cella

Nessuno voleva rientrare in cella

Quel tentativo di fuga è stato solo l’inizio. Poco dopo, nessuno dei detenuti voleva rientrare in cella e la situazione è precipitata. “Solo grazie al pronto intervento del personale in servizio – affermano in una nota Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe, e Francesco Ciccone, segretario regionale – e di quello giunto da casa immediatamente a dare supporto si è evitato il peggio”.

Un clima insopportabile

Il quadro tracciato dai sindacati è allarmante. “Il clima per chi lavora è insopportabile. L’istituto è diventato una polveriera”, denunciano. La struttura ha superato la capienza massima, con letti a castello aggiunti nelle celle per far fronte all’affollamento. A complicare ulteriormente il contesto, la prevalenza di detenuti extracomunitari trasferiti da altri istituti, “oltre il 70%”, spiegano dal Sappe, e un organico ridotto di dieci unità rispetto al previsto.

Turni massacranti per tutti

Il personale, già allo stremo, viene richiamato dai congedi e dai riposi, con ferie ancora da smaltire dal 2023. I turni raggiungono anche le dieci ore consecutive. “Una condizione non più sostenibile, che moltiplica il rischio di incidenti e compromette la sicurezza di tutti”, avvertono i rappresentanti sindacali.

In istituto fino a 25 anni 

Da qui la richiesta di interventi immediati: il trasferimento dei maggiorenni coinvolti nei disordini nelle strutture per adulti e una revisione della legge che consente ai detenuti di rimanere negli istituti minorili fino ai 25 anni. “Una norma scellerata – concludono i sindacalisti – che acuisce i problemi di gestione e sicurezza e va cambiata al più presto”. (foto web)

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