Capistrano sembra essere il paese della longevità con i suoi tre centenari viventi. Dopo le centouno candeline spente dall’ex funzionario comunale Antonio Caputo, a spegnere cento candeline sono stati la signora Antonietta Tino e centouno Domenico Condello. La signora Antonietta, madre di quattro figli, è stata per decenni la brava e stimata sarta che ha cucito i vestiti a tante generazioni donne e che ha insegnato, sempre con modi garbati e gentili, il mestiere a tante ragazze che frequentavano il suo atelier.
A Capistrano, però, non passa mai inosservato il compleanno di Domenico Condello che, nato il 22 gennaio 1923, è l’unico ex soldato capistranese vivente che ha combattuto la seconda guerra mondiale, fatto prigioniero dei tedeschi, è risuscito a fuggire e ritornare a casa, dopo tante peripezie.
A Capistrano, però, non passa mai inosservato il compleanno di Domenico Condello che, nato il 22 gennaio 1923, è l’unico ex soldato capistranese vivente che ha combattuto la seconda guerra mondiale, fatto prigioniero dei tedeschi, è risuscito a fuggire e ritornare a casa, dopo tante peripezie.
Ad appena venti anni di età fu precettato nel 1943 e, dopo aver raggiunto Milano, fu, con il suo 309° reggimento fanteria destinato nell’isola di Rodi, accanto ai tedeschi. Italiani e Tedeschi, però, dopo l’armistizio, da amici divennero nemici e fu, con tutto il suo reggimento, fatto prigioniero dai tedeschi. Il suo comandante Emilio Campione, accusato di tradimento, venne fucilato dai nazisti, mentre lui ed i suoi commilitoni superstiti, da prigionieri, vennero condotti in Macedonia e rinchiusi in un campo di concentramento tedesco, dove tutti persero la loro identità e dignità per essere chiamati e conosciuti dai tedeschi con il loro con il numero inciso sulla propria piastrina metallica. Domenico Condello era il numero 354.I tedeschi, ritirandosi, costrinsero i prigionieri a seguirli con l’intento di deportarli in Germania nei campi di concertamento. Durante tale ritirata molti riuscirono a fuggire e fra essi anche Domenico che riuscì a raggiungere Skopje in treno, dopo aver venduto le scarpe per comprarsi il biglietto.
A Salonicco, Condello venne imbarcato, assieme ad altri ex prigionieri, per il porto di Napoli, da dove, a piedi, raggiunse Capistrano, ponendo così fine a fame, sofferenze, umiliazioni di ogni genere.