La possibilità di una nuova candidatura del sindaco uscente Paolo Mascaro è al centro di un complesso dibattito giuridico che potrebbe influenzare l’intera competizione elettorale. Pur ribadendo di rientrare nei limiti previsti dalla legge per potersi ripresentare, Mascaro si trova di fronte a un’incognita legata all’interpretazione normativa di un episodio unico nel panorama amministrativo italiano.
Due giorni “incerti”
Due giorni “incerti”
Mascaro è stato eletto per la prima volta il 16 giugno 2015, ma ha lasciato l’incarico il 22 novembre 2017. Il 28 febbraio 2019 è stato reintegrato alla guida del Comune, salvo poi essere nuovamente sospeso il 23 marzo dello stesso anno, a seguito di un’inibitoria del Consiglio di Stato che ha disposto il ritorno della commissione straordinaria. Proprio quei due giorni – il 23 e il 24 marzo 2019 – rappresentano il nodo centrale della vicenda: chi deteneva realmente il ruolo di primo cittadino in quelle ore? Se l’inibitoria ha effettivamente interrotto il mandato di Mascaro, allora il suo periodo complessivo alla guida del Comune rientrerebbe nei due anni e sei mesi consentiti dalla normativa per la ricandidatura. Se, invece, quei due giorni fossero considerati parte del suo mandato, il totale supererebbe il limite previsto, rendendolo ineleggibile. La questione, oltre a sollevare dubbi giuridici, ha anche implicazioni politiche significative. La possibilità di un ricorso e di una battaglia legale sull’interpretazione della normativa potrebbe complicare ulteriormente la corsa elettorale. Per questo motivo, Mascaro starebbe valutando con attenzione il da farsi, riflettendo sulla possibilità di fare un passo indietro e lasciare spazio a una nuova candidatura.
L’incandidabilità di Paolo Mascaro per un terzo mandato ha aperto un profondo dibattito all’interno del centrodestra lametino, generando tensioni e malumori tra i suoi esponenti. La conferma ufficiale della notizia, ribadita anche dal vice coordinatore regionale di Forza Italia Emanuele Ionà, ha lasciato l’intera coalizione in una situazione di incertezza politica, con la necessità di individuare rapidamente un nuovo candidato per le prossime elezioni amministrative.
Delusione e rabbia
La reazione tra i sostenitori di Mascaro e gli esponenti del centrodestra non è stata affatto positiva. Da più parti si esprime rammarico per la gestione della vicenda, con accuse rivolte all’ormai ex primo cittadino di non aver informato per tempo i suoi alleati e i consiglieri comunali della sua impossibilità a ricandidarsi. Un dettaglio che, se comunicato in anticipo, avrebbe permesso di lavorare con maggiore serenità su una candidatura condivisa.
A questo sentimento si somma la frustrazione di chi ritiene che Mascaro abbia, negli ultimi anni, monopolizzato la scena politica locale, senza lasciare spazio alla crescita di nuove figure in grado di prendere il suo posto. Alcuni esponenti della maggioranza lo accusano di aver ostacolato il naturale sviluppo di alternative politiche, preferendo invece indicare nomi a lui vicini per la successione.
Verso una candidatura condivisa
Ora il centrodestra deve trovare un nuovo candidato, ma il percorso si preannuncia tutt’altro che semplice. Nomi come quelli di Emanuele Ionà e dell’avvocato Mario Murone sono già sul tavolo, ma la ricerca di una sintesi unitaria si prospetta complessa, soprattutto alla luce delle divisioni interne che stanno emergendo.
Le prossime ore saranno cruciali per definire la strategia del centrodestra, con i maggiorenti dei partiti impegnati nella scelta del profilo più adatto a raccogliere l’eredità amministrativa di Mascaro. Tuttavia, il clima di malcontento e le tensioni crescenti potrebbero portare a spaccature, defezioni o addirittura a scelte indipendenti da parte di alcuni gruppi.
Centrodestra a rischio frammentazione
Se da un lato la necessità di un nuovo candidato è ormai inderogabile, dall’altro le frizioni interne rischiano di indebolire la coalizione. Il rischio concreto è che il centrodestra si presenti diviso alle elezioni, con più candidati in competizione tra loro e una base elettorale frammentata.
L’unica certezza, al momento, è che l’uscita di scena di Mascaro ha creato un vuoto difficile da colmare, lasciando il centrodestra lametino in una situazione di grande incertezza politica. I prossimi giorni saranno decisivi per capire se la coalizione riuscirà a compattarsi attorno a un nuovo leader o se, al contrario, le tensioni interne porteranno a una crisi ancora più profonda.