Cgil Calabria in piazza il 25 ottobre: contro lavoro povero e precarietà, per una regione più giusta

Il segretario generale Gianfranco Trotta rilancia la mobilitazione e denuncia la drammatica situazione occupazionale

Per la pace, il lavoro, la democrazia. Per dire no all’austerità, al riarmo, all’economia di guerra. Ma anche per aumentare i salari e le pensioni, per contrastare la precarietà e il lavoro povero, finanziare la sanità, l’istruzione e i servizi pubblici, per investire nelle politiche industriali e nella transizione energetica, ecologica e tecnologica.

Il 25 ottobre la Cgil scende in piazza a Roma con la manifestazione “Democrazia al lavoro”. La Cgil Calabria parteciperà all’iniziativa nazionale con decine di autobus dalle cinque province calabresi.

Il 25 ottobre la Cgil scende in piazza a Roma con la manifestazione “Democrazia al lavoro”. La Cgil Calabria parteciperà all’iniziativa nazionale con decine di autobus dalle cinque province calabresi.

Le rivendicazioni

“L’appuntamento del 25 ottobre è un importante momento di democrazia che non possiamo mancare. Porteremo in piazza tutte le nostre rivendicazioni per un Paese che rispecchi i dettami della Costituzione e che metta al centro il cittadino” afferma il segretario generale Cgil Calabria Gianfranco Trotta, che aggiunge: “La Calabria ha molto da dire visto che è tra le regioni in cui si hanno le minori aspettative di vita, una sanità pubblica raffazzonata e un alto tasso di lavoro povero che schiacciano la qualità della vita”.

Dati Inps

“Ad allarmare sono anche gli ultimi dati Inps diffusi nei giorni scorsi che fotografano una Calabria con indice altissimo di precarietà e in cui quasi il 30 per cento delle aziende non ha il Durc in regola. Lavoro nero, quindi, lavoro sommerso e tanto lavoro povero. La Filcams Cgil Calabria lo ha denunciato e noi con lei ci siamo costituiti parte civile in uno dei processi che riguarda una grossa catena di supermercati in cui i lavoratori venivano sfruttati e sottopagati”, spiega Trotta.

“Con la Filt Cgil, invece, abbiamo denunciato – continua Trotta – il licenziamento di alcuni lavoratori che avevano osato opporsi al mobbing e al comportamento antisindacale di alcuni datori di lavoro. In Calabria i lavoratori ricattati, costretti a restituire parte della busta paga o sottopagati sono tantissimi e non possono essere ignorati”.

“Anche per quanto riguarda la stabilizzazione dei Tis la nostra attenzione resta alta. Proprio ieri – afferma il Segretario Generale – la Nidil Cgil ha chiesto un incontro al presidente della Regione e all’assessore al Lavoro per riprendere quel percorso di stabilizzazione che è stato interrotto dalle dimissioni di Occhiuto e che non può restare monco. Oggi il rischio concreto è che dal mese di novembre molti lavoratori si ritrovino senza alcun sostegno economico, senza contratto e senza tutele. Una situazione inaccettabile, che mette a rischio la continuità di un percorso di inclusione e stabilizzazione. Ecco perché abbiamo chiesto una misura tampone urgente che consenta ai tirocinanti in scadenza di continuare a percepire il sussidio fino al completamento della riorganizzazione amministrativa e politica della Regione”.

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