“Cimitero degli orrori” di Tropea, definitiva la condanna per Roberto Contartese

Le indagini avevano svelato un sistema di profanazione delle tombe e distruzione delle salme per liberare loculi da rivendere

È diventata definitiva la condanna di Roberto Contartese, 57 anni, a 2 anni e 4 mesi. La sentenza è il verdetto della Corte di Cassazione nel caso del “cimitero degli orrori” di Tropea, un’inchiesta della Guardia di Finanza e della Procura di Vibo. Il patteggiamento in appello, scelto dalla difesa di Contartese, ha retto e ha permesso di ridurre notevolmente la pena iniziale di 3 anni e 6 mesi, decisa in primo grado. L’avvocato Giovanni Vecchio ha ottenuto questo risultato, evitando al suo assistito anche i cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. L’accusa principale a carico di Contartese (insieme a Francesco e Salvatore Trecate, giudicati a parte) era la violazione di sepolcro, commessa tra il 2019 e il 2021 nel cimitero di Tropea.

L’indagine ha svelato dettagli macabri: i corpi venivano mutilati con un seghetto per liberare spazio nei loculi, che poi venivano rivenduti. Le salme venivano rimosse, svestite e poi distrutte con vari arnesi, bruciate e gettate in sacchi per la spazzatura, come testimoniato anche da delle videoriprese delle forze dell’ordine

L’indagine ha svelato dettagli macabri: i corpi venivano mutilati con un seghetto per liberare spazio nei loculi, che poi venivano rivenduti. Le salme venivano rimosse, svestite e poi distrutte con vari arnesi, bruciate e gettate in sacchi per la spazzatura, come testimoniato anche da delle videoriprese delle forze dell’ordine

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