Cinghiali in Sila, nasce il piano per una gestione sostenibile

Il Parco Nazionale della Sila lancia un progetto innovativo per contenere l'espansione dei cinghiali, tutelare l'ambiente e la sicurezza pubblica
cinghiali

L’Ente Parco nazionale della Sila ha ufficialmente adottato il Piano per la gestione sostenibile del cinghiale. Lo strumento è stato redatto dal direttore Ilario Treccosti, coadiuvato dal personale del Parco, e ufficialmente approvato con deliberazione del commissario straordinario Liborio Bloise. “Si tratta – riferisce un comunicato – di un intervento strategico, atteso da anni, che punta a riportare in equilibrio gli ecosistemi silani, oggi minacciati dalla sovrappopolazione del cinghiale.

Il piano nasce dalla necessità di affrontare in modo sistemico una delle criticità ambientali più pressanti dell’area protetta: l’aumento incontrollato della popolazione di cinghiali, che ha causato gravi danni alla biodiversità, all’agricoltura e alla sicurezza pubblica”. “Attraverso un approccio scientifico e multilivello – riporta il comunicato – il piano prevede: azioni di monitoraggio genetico e demografico della popolazione di cinghiali presenti nel territorio del Parco; misure selettive di contenimento, affidate a operatori formati e autorizzati, nel pieno rispetto della normativa nazionale e della biodiversità; coinvolgimento delle comunità locali e degli agricoltori, anche attraverso incentivi e azioni di prevenzione dei danni alle colture; attività di educazione ambientale, per sensibilizzare residenti e visitatori sull’equilibrio tra fauna selvatica e attività umane; collaborazioni istituzionali con Ispra, Asl, forze dell’ordine, associazioni ambientaliste e venatorie”.

“Il piano ha una durata quinquennale – è detto ancora nel comunicato – e sarà soggetto a una continua valutazione degli impatti e dei risultati ottenuti. La strategia adottata si fonda sul principio della sostenibilità ecologica, sociale ed economica, con l’obiettivo di tutelare tanto la fauna selvatica quanto le esigenze delle comunità locali”. “Non si tratta di una guerra al cinghiale – afferma Treccosti – ma di una gestione responsabile e necessaria per salvaguardare gli equilibri naturali della Sila”. Per il commissario Bloise “questo piano rappresenta un esempio concreto di come la tutela ambientale possa andare di pari passo con la sicurezza e lo sviluppo sostenibile del territorio”. (ansa)

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