Nel centro storico di Vibo, le attività commerciali resistono, ma i clienti sono ormai un ricordo lontano. Le saracinesche restano alzate, ma le strade sono chiuse, i parcheggi inesistenti, i percorsi alternativi impraticabili. Nel frattempo, le multe si moltiplicano e i cantieri, paradossalmente, rallentano o si fermano del tutto per ferie. “Non si può più parlare di disagio passeggero. Ci stanno costringendo a chiudere, prima ancora di fallire”. È questo il grido d’allarme lanciato dai commercianti di via Luigi Razza, Piazza Michele Morelli e Viale Alcide De Gasperi. Un’accusa chiara rivolta all’amministrazione comunale e, in particolare, all’assessore ai Lavori Pubblici: “Ci avete isolati, resi invisibili. E mentre i lavori si trascinano senza fine, noi stiamo morendo in piedi”.
Cantieri uccidono il commercio
Cantieri uccidono il commercio
Gli interventi partiti nei mesi scorsi in tre delle arterie principali della città, nati con l’intento di riqualificare il centro urbano, si sono trasformati in un incubo per le piccole imprese. “Viviamo di prossimità, di passaggio, di accessibilità. Ma adesso siamo irraggiungibili”. In particolare, Viale Alcide De Gasperi — tra le vie più trafficate della città — è diventata una trappola. Dopo anni di chiusure a intermittenza, dal 20 giugno 2025 un nuovo cantiere ha bloccato il traffico veicolare. Un tratto di pochi metri è stato trasformato in un percorso labirintico, con un manto stradale dissestato che scoraggia anche i clienti più affezionati. L’accesso da Piazza San Leoluca è interdetto, e le attività della zona risultano completamente isolate.
Non va meglio in via Luigi Razza, già oggetto di chiusure a singhiozzo dal dicembre 2024. Il 4 agosto è stato riaperto un cantiere che, di fatto, non lavora. Nessuna attività in corso, solo divieti, sbarramenti e l’ennesimo stop per ferie estive. “Nemmeno un cartello. Nessuna indicazione su chi gestisce i lavori, quando iniziano o finiscono. È una violazione delle più basilari norme di trasparenza”. E mentre Piazza Michele Morelli appare completata, nessuno è ancora in grado di dire quando sarà effettivamente restituita alla città.
Una condanna
L’elenco delle difficoltà è lungo: clienti scoraggiati dalle chiusure e dalle sanzioni; incassi ridotti al minimo da mesi; tasse e affitti invariati, nonostante un’attività commerciale azzerata. “Siamo aperti, ma è come se fossimo chiusi. I nostri negozi sono vivi solo nei registri della Camera di Commercio.” I commercianti rivolgono un appello diretto all’amministrazione Romeo, chiedendo un’inversione di rotta immediata e concreta. Non parole, ma azioni.
Le richieste all’amministrazione
Gli esercenti ricordano che il d. lgs. 81/2008 e il Codice dei Contratti Pubblici (d. lgs. 50/2016) impongono obblighi precisi agli enti pubblici: esposizione obbligatoria della cartellonistica di cantiere con indicazioni su impresa, direzione lavori e date; cronoprogrammi trasparenti e rispettati; riduzione dell’impatto su cittadini, viabilità e attività economiche; vigilanza effettiva sul rispetto dei tempi da parte delle imprese appaltatrici. “Oggi – affermano i commercianti – questo controllo non esiste. O è totalmente inefficace”.
Ecco le richieste avanzate: pubblicazione chiara e tempestiva della cronologia lavori per ogni cantiere attivo; sanzioni per le ditte inadempienti; riapertura immediata delle vie dove non ci sono lavorazioni in corso; adozione di un piano di gestione dei cantieri più efficace, che tenga conto della vita commerciale cittadina.
Chiuderemo per abbandono
I commercianti ribadiscono che non sarà il mercato o la crisi economica a farli crollare. “Chiuderemo perché siamo stati abbandonati. Chiuderemo perché chi doveva tutelare la città ha voltato lo sguardo altrove. Non chiuderemo per scelta: ci stanno chiudendo per abbandono”.