I militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, coordinati dalla Dda, hanno dato esecuzione a un provvedimento di confisca di prevenzione di beni per un valore di oltre 160 milioni di euro, emesso dal Tribunale di Catanzaro – Sezione Misure di Prevenzione all’esito del procedimento avviato dall’Ufficio.
Destinatari della misura ablativa sono tre imprenditori catanzaresi – Antonio, Giuseppe e Daniele Labello – padre e due figli, condannati in via definitiva perché riconosciuti colpevoli, il primo, di concorso esterno in associazione mafiosa, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori ed estorsione; i secondi, per i reati di autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori.
Destinatari della misura ablativa sono tre imprenditori catanzaresi – Antonio, Giuseppe e Daniele Labello – padre e due figli, condannati in via definitiva perché riconosciuti colpevoli, il primo, di concorso esterno in associazione mafiosa, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori ed estorsione; i secondi, per i reati di autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori.
Le indagini economico-patrimoniali, condotte dagli investigatori del Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro, prodromiche all’emanazione del suddetto provvedimento, hanno consentito di individuare in capo ai tre imprenditori ingenti patrimoni, i cui valori sono risultati sproporzionati rispetto ai redditi dichiarati o alle attività economiche svolte dagli stessi e dai loro familiari.
Gli approfondimenti eseguiti dai finanzieri sono stati estesi a tutti i soggetti legati con gli imprenditori dai vincoli previsti dalla normativa di prevenzione, nonché alle altre persone fisiche e giuridiche, società e consorzi, del cui patrimonio i citati imprenditori potevano disporre in tutto o in parte, direttamente o indirettamente.
Gli accertamenti documentali in ordine alle variazioni patrimoniali e societarie, che si sono verificate nel corso degli anni, sono stati corroborati da complesse e articolate indagini, anche di tipo bancario, che hanno evidenziato l’esistenza di una vera e propria “holding familiare”.
Inoltre, l’analisi delle precedenti vicende giudiziarie che avevano visto coinvolti i predetti imprenditori in passato, hanno disvelato l’esistenza di legami con esponenti di importanti cosche di ‘ndrangheta, da cui è scaturito l’inquadramento degli stessi nella categoria dei soggetti portatori di pericolosità sociale qualificata.
I beni
I beni sottoposti a confisca costituiscono gran parte del patrimonio già sequestrato nel maggio 2021 e sono costituiti da 79 unità immobiliari e 45 appezzamenti di terreno ubicati nei territori di Catanzaro, Simeri Crichi, Sersale, Soveria Simeri, Settingiano e Cirò Marina, 80 automezzi (tra autoveicoli e macchine operatrici), 43 rapporti bancari e polizze assicurative, quote sociali e complessi aziendali, tra i quali figurano un importante cantiere per la produzione del calcestruzzo, 7 società con sede a Catanzaro, Botricello, Simeri Crichi e Firenze operanti nel settore dell’edilizia pubblica e privata.
Il valore complessivo dell’ingente patrimonio confiscato in primo grado ammonta ad un totale di oltre 160 milioni di euro.